Appennino, tutti gli interventi anti-frane

Censiti 16mila smottamenti tra attivi e non: in dieci anni la Bonifica Renana ha investito oltre 31 milioni di euro per 527 interventi

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Riflettori accesi sul rischio idrogeologico del nostro Appennino, tenuto sotto controllo dal Consorzio della Bonifica Renana, tenendo presente che l’Emilia-Romagna è tra le regioni più franose d’Italia, insieme a Lombardia e Marche. Il rischio idrogeologico nasce dagli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli di piovosità critici lungo i versanti, dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua e di smaltimento delle acque piovane. Piogge molto forti o abbondanti, combinandosi con le particolari condizioni di fragilità che caratterizzano un territorio, possono contribuire a provocare una frana o un’alluvione. Questo è il caso dell’Appennino, costituito da rocce deboli come le arenarie e le argille.

Valentina Borghi, presidente della Bonifica Renana, traccia un quadro complessivo della situazione nell’area montana della Città Metropolitana di Bologna: "Dopo un’annata siccitosa, le prime e attese piogge ci ricordano quanto sia fragile il nostro territorio. In Emilia-Romagna, l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), ha censito 70mila frane - tra attive e non - e di queste 16mila sono rilevate nell’Appennino bolognese. Si tratta, quindi, di un ambito territoriale molto instabile, costituito prevalentemente di argille e che richiede presidio e manutenzione costante".

Attività che la Bonifica Renana svolge in forma diretta nella collina e montagna di propria competenza, tramite interventi di sistemazione idraulica nei rii e torrenti e di sistemazione idrogeologica sui versanti, soprattutto a servizio della viabilità locale.

"A partire dalla legge regionale 72012 con cui l’Emilia-Romagna ha deciso di assegnare ai Consorzi di Bonifica una competenza attiva nella prevenzione del rischio idrogeologico in Appennino - sottolinea Paolo Pini, direttore generale della Renana - negli ultimi dieci anni la Bonifica ha realizzato 527 interventi in collina e montagna, investendo oltre 31 milioni di euro di risorse per contrastare il dissesto: risorse messe a disposizione dal Consorzio, dai Comuni e dalla Regione. Questo è possibile grazie al programma di lavori che ogni anno concordiamo con Comuni e Unioni, sulla base delle esigenze più urgenti da loro espresse".

La prevenzione del rischio idrogeologico rientra nell’attività di governo del territorio e di difesa del suolo. E’ una specifica competenza dello Stato e delle Regioni, in Emilia-Romagna è tra i compiti dell’assessorato all’Ambiente.

Il rischio idrogeologico corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli di piovosità critici lungo i versanti, dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua della rete idrografica minore e di smaltimento delle acque piovane. Piogge molto forti o abbondanti, combinandosi con le particolari condizioni di fragilità che caratterizzano un territorio, possono contribuire a provocare una frana o un’alluvione. Questo è il caso dell’Appennino, costituito da rocce deboli come le arenarie e le argille.

Pini ricorda anche "la manutenzione straordinaria e gli interventi di presidio sui rii collinari di Bologna, partita nel 2016, in seguito allo specifico accordo siglato con il Comune".

Nel caso della città, dalle colline alla parte sud, sono numerosi i rii e torrenti che scendono verso l’area urbana e che nei secoli sono stati tombati: Torriane, Aposa, Griffone, Meloncello e Ravone sono i principali. Questi corsi d’acqua naturali, di competenza regionale, attualmente si trovano a scorrere, canalizzati e nascosti sotto la città storica. Le piogge e le acque che confluiscono in queste vie d’acqua sotterranee, convergono quasi tutte verso il Canale Navile attraverso cui escono dalla città.

Per ridurre il rischio alluvionale legato a fenomeni di piena su questi torrenti, a partire dal 2016, è stato avviato un accordo convenzionale tra Comune di Bologna e Consorzio della Bonifica Renana per procedere alla pulizia e alla manutenzione straordinaria dei corsi d’acqua nella parte collinare del loro corso alle spalle della città.

Nel biennio 2016-2018, gli interventi di riqualificazione idraulica e le opere di difesa spondale, hanno interessato i seguenti torrenti: rio Torriane, rio Striane, torrente Ravone, rio Meloncello, torrente Aposa e rio Griffone con un investimento di 600mila euro. Tra il 2019 e il 2020 si è intervenuto per ulteriori 600mila euro, con le nuove opere necessarie per la messa in sicurezza sempre del rio Torriane e, in via di Gaibola, la sistemazione idrogeologica e ricostruzione dei sostegni della scarpata a monte della viabilità locale.

Attualmente è in vigore la terza convenzione tra Consorzio e Comune di Bologna che prevede la realizzazione di lavori, per 365mila euro, di cui 125mila del Comune e 250mila del Consorzio, lungo i tratti a cielo aperto del Rio San Luca, del Rio Meloncello, del Torrente Aposa e del Rio Griffone e la messa in sicurezza degli imbocchi dei tratti tombinati, per consentire il corretto deflusso delle piogge.

Donatella Barbetta

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