Bologna, tre arbitri rosa contro la guerra in Ucraina

Kristina, Svitlana e Sofiya sono ospiti del ’Villaggio della Speranza’ di Villa Pallavicini grazie all’iniziativa di Nicola Rizzoli: "Il sogno? Tornare nel nostro Paese pacificato"

Le tre donne arbitro ucraine nella sede Aia di Bologna

Le tre donne arbitro ucraine nella sede Aia di Bologna

Bologna, 4 maggio 2022 - Kristina confessa che "ogni volta che sentiamo il rombo di un aereo alziamo gli occhi al cielo e abbiamo paura, perché ci ricorda le settimane vissute sotto le bombe". Il sogno di Svitlana "è di poter tornare in un’Ucraina pacificata, dove sia di nuovo possibile fare la vita che facevamo fino al 24 febbraio". Sofiya, invece, ha un messaggio per i suoi coetanei di vent’anni: "Godetevi ogni minuto della vostra vita con amici e parenti, perché non è scontato che duri per sempre".

Kristina, Svitlana e Sofiya hanno in comune la professione di arbitro. Donne arbitro ucraine, che da Pasqua alloggiano al ‘Villaggio della Speranza’ di Villa Pallavicini, portate nella nostra città da un ex arbitro di caratura mondiale: Nicola Rizzoli. Questo perché Rizzoli, ex massimo designatore della serie A, lo scorso novembre è stato ingaggiato dalla Federcalcio ucraina, che ne ha fatto il responsabile di un progetto di crescita degli arbitri di quel Paese oggi martoriato dalla guerra.

Da qui è nato il suo legame con Svitlana Grushko, 30 anni, assistente arbitrale della Premier League ucraina, Kristina Kozoroh, trentenne pure lei, fischietto nella seconda divisione locale con esperienze internazionali (come peraltro la Grushko), e Sofiya Prychyna, 23 anni, che oltre ad essere arbitro in terza divisione ("ero vicina al salto di categoria ma poi è scoppiata la guerra", sospira) in patria ricopriva l’incarico di segretaria del dipartimento arbitrale della Federcalcio. Le tre ragazze hanno lasciato l’Ucraina all’inizio di aprile e adesso sono qui, grazie al lavoro congiunto di due federazioni e alla generosità di don Massimo Vacchetti, che nella sua veste di presidente della Fondazione Villa Pallavicini ha messo a loro disposizione un appartamento. "Quando Nicola mi ha chiamato non ci ho pensato un secondo", dice don Massimo. Eccolo Nicola: "L’idea è nata dal presidente della Federcalcio ucraina, Andrii Pavlenko, che di concerto col presidente degli arbitri ucraini, il fiorentino Luciano Luci, ha aiutato queste ragazze a uscire dal Paese per consentire loro di trovare un po’ di serenità e di continuare ad arbitrare".

Grazie al lavoro congiunto di Figc e Aia Svitlana, Kristina e Sofiya, che si allenano tutti i giorni sui campi di Villa Pallavicini, sono già state inserite nell’organico della sezione Aia guidata da Antonio Aureliano e a breve potranno tornare a fare la cosa che a loro più piace: arbitrare. "Nel giorno di Bologna-Udinese quando ho visto entrare la terna in campo mi sono scese le lacrime", racconta Svitlana, che insieme alle due colleghe ha seguito al Dall’Ara anche la sfida tra i rossoblù e l’Inter. Anche quella una parvenza di normalità.

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