Arci Bologna, bufera sui manifesti

E' polemica tra l'ala cattolica del Pd e l'associazione per la campagna che gioca sul contrasto tra slogan dal sapore fascista o razzista e un appello alla solidarietà. "Solo una provocazione"

Uno dei manifesti Arci nel mirino dell'ala cattolica del Pd (Schicchi)

Uno dei manifesti Arci nel mirino dell'ala cattolica del Pd (Schicchi)

Bologna, 2 maggio 2019 -  E' polemica tra l'ala cattolica del Pd e l'Arci sui manifesti (FOTOscelti dall'associazione in cui si gioca su slogan dal sapore fascista e razzista per veicolare un messaggio totalmente opposto. Come l'ultimo, dove campeggia a caratteri cubitali la scritta 'Braccio teso', seguita - più in piccolo - 'per aiutare chi è in difficoltà'. "Roba da matti", attacca la consigliera comunale dem Raffaella Santi Casali, così come il collega di area Piergiorgio Licciardello: "Nel marketing si definisce 'epic fail' una campagna di comunicazione che danneggi l'immagine del committente o, comunque, produca risultati drammaticamente contrari gli obiettivi e penso che questi cartelloni dell'Arci entrino di diritto ai primi posti della classifica".

Il botta e risposta è andato in scena su Facebook, quando tra i commenti al post di Licciardello è spuntato anche quello di Simone Spataro, presidente del circolo Arci 'La Fattoria' e vicepresidente di tutta l'Arci bolognese: "Sono contento che ti abbia colpito. Spero che ti sia anche chiaro che il braccio teso è per le persone in difficoltà. Approfondiamo anche il 'piccolo'", scrive Spataro. Replica Licciardello: "Mi spiace dirtelo, ma è stato proprio mancato il bersaglio". Ancora Spataro: "Comunque il braccio è sempre teso verso chi ha bisogno! La nostra mano non ha titubanze verso chi ha necessità! Era evidente".

"Lampante", si inserisce sarcastica la Santi Casali: "E' che sono intellettuali, pensatori, provocatori, gente che sta due spanne sopra il mondo. Mica come noi borghesucci". Lo scontro si allarga anche alla polemica di poche settimane fa sulla legge regionale sull'omotransnegatività, quando proprio alcuni consiglieri Pd di ispirazione cattolica avevano presentato un emendamento sulla gestazione per altri creando durissime polemiche e portano al rinvio dell'approvazione del testo. 

L'Arci: "L'intento? Attirare l'attenzione per far riflettere"

Nessun riferimento alle critiche arrivate dal Pd. Ma in ogni caso l'Arci di Bologna interviene con un post su Facebook per spiegare il senso della campagna di comunicazione che, con diversi manifesti, usa alcuni slogan tipici della destra per lanciare messaggi di tenore diametralmente opposto. "Una campagna dai toni accesi", scrive l'Arci sulla propria pagina, pubblicando le foto dei poster: da "Braccio teso, per aiutare chi è in difficoltà" a "Tornate a casa vostra, razzisti", passando per "La famiglia tradizionale è perfetta, per chi ha poca fantasia" e "Donne a casa! Al circolo, nelle piazze, al lavoro, ovunque!".

L'Arci spiega di aver scelto "parole che disprezziamo ma che sono purtroppo diventate di uso comune nella quasi totale indifferenza generale. Si è usato un vocabolario tipicamente di destra per scuotere le coscienze: verba volant, scripta manent".

Tutto questo "lo abbiamo fatto con l'intento di provocare, di catturare l'attenzione per far riflettere, discutere- continua il post- e tornare a indignarsi e attivarsi per tutto quello che sta succedendo nel nostro Paese: dalle morti in mare, al razzismo istituzionale, al sessismo, all'omotransfobia, fino ai rigurgiti fascisti che trovano spazio persino nei canali ufficiali del servizio televisivo pubblico".

Per questo l'invito della campagna è "a fermarsi e a riflettere, per focalizzare l'attenzione sulla parte centrale e umana del messaggio - continua il post che sottolinea l'impegno quotidiano di Arci per difendere e promuovere i valori della solidarietà, della libertà e dell'uguaglianza". E allora: "Aiutateci a casa nostra, prendiamo una posizione netta - scrive l' Arci- e rimaniamo uniti contro la deriva fascista e razzista dell'Italia e dell'Europa".  

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