Aristofane, la voce diventa quella dei ragazzi

Decine di adolescenti ieri alla presentazione a Palazzo d’Accursio. Stasera lo spettacolo all’Arena, all’interno del festival ’Fuori!’

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E l’austera sala del consiglio comunale si è trasformata in un teatro. Un teatro di comunità dove settanta ragazzi in coro hanno dato voce a una sorta di denuncia sul degrado urbano, sul covid, sul futuro. E’ successo ieri a Palazzo d’Accursio durante la presentazione dello spettacolo Uccelli (stasera in scena alle 19 all’Arena del Sole) e del festival Fuori! ad esso legato. Gli studenti, in larga misura campani, hanno presentato una parte del prologo della commedia di Aristofane riscritta e diretta da Marco Martinelli.

E’ lungo il percorso che ha portato lo spettacolo in città: nato lo scorso maggio al teatro Grande di Pompei e successivamente rappresento a Ravenna Festival, l’allestimento interpretato da adolescenti di Napoli, Pompei e Torre del Greco offre una versione attuale e pulsante del celebre titolo classico, il cui protagonista diventa un diciottenne inquieto e furibondo alle prese con i problemi esistenziali. Per il debutto bolognese si è deciso di unire agli interpreti originali una decina di ragazzi del Pilastro dove nelle settimane scorse lo stesso Martinelli e Laura Radaelli hanno tenuto un laboratorio, con l’ausilio di Laminarie. La scommessa è dimostrare che un testo nato 25 secoli fa sa ancora parlare ai giovani.

Una scommessa a cui crede fermamente Valter Malosti, direttore di Ert, che è coproduttore di questa creazione e sostenitore, insieme al Comune (ieri rappresentato dalla delegata alla cultura Elena Di Gioia), del progetto Fuori! alla cui curatela è stata chiamata Silvia Bottiroli. Si tratta di una serie di percorsi artistici, in parte finanziati dalla Ue, rivolti agli adolescenti per sperimentare la loro relazione di potere con gli adulti e riappropriarsi degli spazi urbani. Fino a giugno, dunque, accanto a un’attività seminariale in vari istituti, si svolgerà un vero e proprio festival di cui Uccelli è una tappa e che prevede anche vari episodi di arte pubblica.

Fra i tanti titoli, raggruppati attorno a quattro temi chiave, va segnalato Lucciole diretto da Giorgina P. (all’Arena in febbraio) che partendo da Pasolini affronta il tema della mutazione. In primavera si potrà seguire in vari luoghi il lavoro rivolto alle sole ragazze della regista brasiliana Carolina Bianchi sulla violenza di genere che approderà poi al festival di Avignone. Arriva dall’Australia invece Samara Hersch, la cui performance Body ok Knowledge verrà proposta in due versioni diverse. E ancora Anna Rispoli che con Attrito darà vita a una sorta di chiamata popolare su questioni come clima e precariato.

Claudio Cumani

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