Silvia Avallone lo ripete da sempre: Bologna è la città in cui i sogni si realizzano. Arrivata sotto le Torri da studentessa, questi portici, che nutrono ogni giorno ispirazione e immaginazione, non li ha più lasciati. Avallone, da scrittrice, cos’ha Bologna in più rispetto a città come Milano? "C’è un’offerta culturare vivissima ed è uno dei motivi per cui mi sono formata qui. Ci sono librerie, biblioteche, presentazioni, reading di poesie, anche di giovani. Però non c’è voglia di performance, di competizione, ma una grande volontà di ascoltarsi e dialogare, di essere cambiati dalle voci degli altri". Un filo rosso lega la città in cui è arrivata a 20 anni e quella di oggi? "Bologna ha tante anime, ma quella che amo più è quella universitaria, la Bologna dei giovani che arrivano qui per essere liberi di diventare se stessi. Non solo gli universitari, ma in generale chi viene per lavorare da giovanissimo per cambiare vita. Questa è la città del futuro: quella parte d’Italia che sembra quasi inascoltata, i giovani, qui può esercitare la propria voce". Per lei Bologna è...? "Libera. Questa è stata la mia esperienza di universitaria, di ragazza degli studentati. É un’università speciale in cui ragazze e ragazzi esprimono autentici desideri. Una sfida oggi è accogliere questi giovani, fare tutto il possibile perché possano trovare un alloggio, una stanza a un prezzo sostenibile". Quali sono i ’suoi’ luoghi? "La Silvia di vent’anni, che ha studiato Filosofia e Lettere in via Zamboni, dice lo studentato Morgagni in largo Trombetti. Per la Silvia adulta, mamma, Villa Ghigi è un nuovo posto del cuore". Letizia Gamberini