Arte Fiera, galleristi soddisfatti "Ritornano pubblico e vendite"

Bilancio tendenzialmente positivo fra i padiglioni: "Si vedono anche collezionisti dal Sud Italia"

Arte Fiera, galleristi soddisfatti  "Ritornano pubblico e vendite"

Arte Fiera, galleristi soddisfatti "Ritornano pubblico e vendite"

di Benedetta Cucci

È Primavera tra i padiglioni di Arte Fiera, e non è una questione climatica, anche se febbraio si sta dimostrando mite. C’è proprio quel senso di rinascita che, secondo Fabrizio Padovani, direttore con Alessandro Pasotti della galleria P420 e presidente dell’Associazione delle gallerie di Arte Moderna e Contemporanea di Bologna, sta anche nell’atmosfera, nella luce, nella bellezza del ritorno agli storici padiglioni 25 e 26. Gli affari sono andati bene nel suo stand e addirittura già il primo giorno sono state vendute varie opere, tra cui tutte quelle della giovane artista Shafei Xia, tanto che si è dovuto riallestire con altri quadri.

"Siamo felicissimi di vedere una fiera rinnovata non solo nella faccia ma anche nell’anima – spiega Padovani – e aggiungo che in una fiera dove la positività si taglia col coltello e si vede, le persone hanno anche comprato, siamo andati bene, abbiamo venduto Irma Blank, De Pisis, Baruzzi, Offman, siamo contenti". E prosegue: "Nel 2020 eravamo negli altri padiglioni e questa è la soluzione migliore, la luce che entra da queste vetrate, questo è l’ambiente giusto per l’arte e ti fanno respirare l’aria giusta di Arte Fiera, dove chi arriva e vuole comprare lo fa con più entusiasmo perché è come voler portare a casa un’opera e fare un acquisto in una situazione speciale, perché l’acquisto d’arte è molto emotivo".

L’atmosfera perfetta si respira ed è certamente più energica del 2020, quando ancora non sapevamo cosa sarebbe successo. La normalità si respira tra gli stand e per una volta è bello. "Il pubblico è sempre molto frizzante ad Arte Fiera e c’è tantissima gente, anche di più del 2020– è l’impressione di Alessia Calarota della Galleria d’Arte Maggiore G.a.m –, credo anche perché questi padiglioni bellissimi invitano alla visita. Sarebbe forse bello avere un pubblico più internazionale o riuscire a mettere insieme un pubblico che sia omnicomprensivo di tutta l’Italia". E poi: "Se devo fare un appunto, l’unico, è che trovo un po’ anacronistico ormai questa divisione tra moderno e contemporaneo, anche perché noi stessi galleristi non la facciamo più: tante gallerie di contemporaneo hanno inserito artistici storici e viceversa, come noi che presentiamo un’opera di videoarte di Wim Wenders, che sta facendo questo passaggio, ne abbiamo venduta una anche al Centre Pompidou dove sarà presentata a maggio".

Si tratta di présence del 2022, 3D video-artwork di 36 minuti da esplorare col visore, in cui Wenders si ispira alle opere dell’artista francese contemporanea Claudine Drai. "C’è tanta gente che chiede – spiega Alan Serri di Galleria d’Arte 56 che propone Balla, Sironi, Bogoni De Chirico, de Pisis – poi tra il chiedere e il fare ci sta di mezzo… mi pare che il pubblico sia più riflessivo e lento, un po’ di timori li ha". E le vendite? "Venditine… ci sono tante trattative, bisogna vedere se si conclude".

C’è soddisfazione anche alla Di Paolo Arte, dove si sono avvistati nuovi collezionisti soprattutto italiani. "Siamo soddisfatti dei risultati non solo di vendite ma anche di pubblico, affluenza e qualità – afferma il direttore della galleria e vicepresidente dell’Associazione Gallerie d’Arte di Ascom Fabio Di Paolo – anzi ci ha colpito l’arrivo di collezionisti dal Sud Italia, non se n’erano mai visti tanti. Su nomi storici come trattiamo noi c’è seguito, sia di collezionisti che di collezioni che vogliono diversificare".

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