Celebrano i 30 anni di carriera, gli Asian Dub Foundation, un gruppo nato nella Londra creativa degli Anni ’90, all’interno di una scena che venne definita Asian Underground, formata da giovani musicisti asiatici di seconda generazione che rileggevano il grande patrimonio sonoro dei loro Paesi di origine attraverso i ritmi elettronici. Sino a portarlo, con successo, sulla pista da ballo. Tra vita notturna e consapevolezza sociale, la formazione arriva il 21 settembre al Tpo (via Casarini 17/5, ore 21.00) per l’unica data italiana del tour europeo-
Ci raccontate come è nata e come si è sviluppata l’esperienza del vostro gruppo?
"Inizialmente gli Asian Dub Foundation erano un progetto educativo, legato alla formazione musicale. Ci siamo formati all’interno di un laboratorio musicale nella zona est di Londra, nello dello spazio di attività sociali Community Music, che da allora è sempre stata la nostra casa. Abbiamo inziato come Sound System per portare ai giovani i temi dell’anti razzismo, a noi cari sin dagli esordi e poi siamo diventati un gruppo che ha fatto dell’amore per il suono il suo lavoro".
Qual era l’atmosfera culturale della Londra di metà Anni ’90, quando vi siete formati?
"C’era un forte problema di diffusione del pensiero razzista e dei gruppi neo fascisti. La musica, sin dall’inizio, per noi, è stata una maniera per combattere queste idee. Erano gli anni nei quali l’industria dell’intrattenimento aveva generato quella che per noi è la cosa peggiore successa alla musica inglese, il Britpop. Ma, allo stesso tempo, la città esprimeva la musica più eccitante che sia mai stata prodotta in Inghilterra, la jungle, che stava invadendo i centri urbani, i club giovanili e i playground. Ovviamente noi ne rimanemmo affascinati e divenne la nostra modalità di espressione".
A vostro avviso quale è stato il cambiamento che ha portato nella musica internazionale il movimento Asian Underground?
"Difficile dirlo, è un fenomeno ancora troppo recente per poterne valutare gli effetti sulle produzioni musicali. Sicuramente è stato importante per la crescita dei singoli individui che sono stati coinvolti nella scena. Credo sia stato una via di mezzo tra una realtà che ha avuto una grande esposizione mediatica e un momento incredibile nel quale una comunità minoritaria ha raggiunto, culturalmente, la maggiore età è ha prodotto qualcosa che non aveva alcun precedente".
Quanto è importante l’impegno politico nella vostra musica?
"La politica, l’impegno, per noi è dappertutto e non è separabile dalla musica che produciamo".
Come siete entrati in contatto con la musica tradizionale dei Paesi di origine e dei vostri genitori?
"Noi siamo tutti nati in Inghilterra e la nostra tradizione è la tecnologia!... Il patrimonio culturale dal quale abbiamo attinto è un regalo che abbiamo ricevuto proprio dei nostri genitori. Sono stati loro a farci conoscere la musica con la quale sono cresciuti prima di arrivare in Inghilterra".