Bologna, 3 giugno 2025 – Sembra ormai il racconto della storia infinita quello del Passante – Sud, Nord o di Mezzo che sia –, che prima ancora di essere realizzato infittisce la sua trama con cambi di progetto, scontri politici e dietrofront istituzionali. Ma "alla luce dei 30 anni di chiacchiere, è giunta l’ora di trovare una soluzione concreta: Bologna non ce la fa più".

Il parere collettivo dei cittadini si sintetizza in queste poche parole, soprattutto dopo le ultime divergenze e polemiche tra il governo e Palazzo d’Accursio, che di fatto posizionano il Passante in un limbo. E i bolognesi non ci stanno: "Che sia Sud, Nord o di Mezzo, il Passante va fatto e non può essere a rischio – dicono gli intervistati –. La città sta pagando le conseguenze di questo stallo da troppo tempo e vive una condizione non più affrontabile. Sulle grandi opere, non devono esserci divisioni".
Le voci, in particolare, arrivano dal quartiere San Donato, dove i cantieri del tram procedono spediti, intaccati però dall’ombra del Passante: se il ponte di San Donnino non si rifarà, la linea rossa non potrà raggiungere il Pilastro e il capolinea del Caab. "In questo momento si avverte un clima di sfiducia che incrocia il progetto del tram e quello del Passante – sostiene Marco Boldrini –. Il tram che deve passare per il ponte, se questo non verrà rifatto, si fermerà in San Donnino e non arriverà al Pilastro. Un percorso ridotto che servirà il giusto e rimarrà di conseguenza incompleto".
Uno scenario che fa riflettere sull’importanza di queste due infrastrutture: "Del Passante c’è bisogno, così come del tram, ma far partire il cantiere della tranvia prima dei lavori del Passante, forse, non ha avuto molto senso – aggiunge Boldrini –. Sono trascorsi 30 anni, per le grandi opere non si può ragionare su scontri e rimborsi: bisognerebbe ragionare sulle disponibilità nazionali e locali".
Insomma, "le istituzioni dovrebbero mettersi al tavolo e decidere in fretta il da farsi, anche perché Bologna ne ha davvero bisogno – puntualizza Francesco Greco –. Il Passante servirebbe sicuramente, ma dipende tutto da come è stato ideato e progettato. Al momento la sua realizzazione appare confusa e dopo tutto questo tempo non può esserlo". E sull’ipotesi del "passaggio vicino alla tangenziale – chiude Greco –, non penso sia l’alternativa giusta". In generale, "Bologna necessita dell’infrastruttura, ma non di questo Passante – dice Lorenzo Tedeschi –, perché il progetto inquinerebbe la città e non sarebbe risolutivo", come dimostrato circa "un decennio fa, quando è stato allargato e non ha comportato un beneficio alla città. Se siamo qui ancora a discuterne, vuol dire che questo progetto non funziona".
Più che sul Passante, che "non è la soluzione – afferma Cosimo Buccarella –, il governo dovrebbe riflettere sulla Bretella. La tangenziale, escludendo gli orari di punta, è scorrevole, al contrario dell’autostrada che spesso è bloccata. È a quel punto che i mezzi pesanti imboccano la tangenziale, creando ingorgo". Quindi è "inutile allargare la tangenziale – termina Buccarella –: serve fare in modo che i camion non passino dalla città, che è un nodo cruciale per la viabilità, ma lo è solo per transito e passaggio".
E pensando al crocevia che le Due Torri sono per la mobilità nazionale, vien da dire che "la politica non pensa al benessere della nazione – tuona Antonietta Ferrozzi –. Alla fine a pagarne il pegno siamo noi cittadini. Io credo nell’ipotesi del Passante interrato, ma l’importante è che una soluzione venga realizzata". Stessa linea di pensiero anche per Oriano Muzzolon: "Sono favorevole al Passante Sud – dice –: in questo modo, passando in galleria, non ci sarebbero espropri, inquinamento e i lavori potrebbero procedere senza disservizi. Una soluzione che secondo me potrebbe essere valida, anche perché parliamo dello snodo più importante di Italia. Bisogna provvedere al più presto".