Assalto in stile ’Arancia meccanica’ Rapinatore arrestato dopo 15 anni

L’uomo, un 44enne romeno, aveva fatto irruzione nella villa di un noto imprenditore assieme a due complici. Il bandito è stato fermato a Trieste su un pullman che, dalla Spagna, viaggiava verso l’Europa dell’Est

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Era latitante da anni, quindici per l’esattezza. Del romeno 44enne ora in carcere si erano perse le tracce dopo che, nel gennaio 2007, con due connazionali (uno già in carcere, ndr) aveva rapinato e aggredito due persone in una villa a Cà di Bazzone, a Monterenzio.

La cattura a Trieste. I militari del Nucleo Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Aurisina, impegnata insieme con una pattuglia di Basovizza, lo hanno intercettato due giorni fa, per caso, nel corso di un controllo di retrovalico. Il romeno 44enne, che ora dovrà scontare 2 anni e 6 mesi di reclusione per rapina in abitazione, è stato arrestato e portato al carcere locale del Coroneo. Il rapinatore si trovava su un pullman proveniente dalla Spagna e diretto nell’est Europa. I militari hanno fermato la corriera nell’ambito di una serie di controlli a campione e quando hanno verificato le identità dei passeggeri e la presenza di eventuali ’macchie’ sulle loro fedine hanno scoperto che l’uomo era ricercato da quindici anni.

Proprio in questo periodo, infatti, era stato celebrato il processo, conclusosi con condanne per tutti i tre componenti della banda. Uno, come detto, era già stato fermato all’epoca, due giorni dopo la rapina a mano armata e sottoposto a misura cautelare. Uno rimane, invece, latitante.

L’episodio, in perfetto stile ’Arancia meccanica’, si era consumato in un freddo e buio pomeriggio di gennaio del 2007, tra le isolate villette di Monterenzio, a Cà di Bazzone, sulle sponde dell’Idice. I banditi erano entrati nella villetta, di proprietà di una nota famiglia titolare di chioschi ambulanti, con i volti coperti da maschere di carnevale e coltelli da caccia alla mano. Dopo aver tranciato i fili del telefono, uno di loro, con maschera da vampiro, entrò nell’appartamento al piano terra dove abitava un 73enne. L’uomo aveva tentato di scacciare il bandito che lo colpì con un pugno in faccia tramortendolo, tanto che l’anziano si finse svenuto e rimase a terra. Nel frattempo, al piano di sopra, dove abitava la cognata allora 55enne fecero irruzione i due complici cercando denaro e gioielli. La signora, impaurita, non oppose resistenza e aprì la porta della camera da letto dove i malviventi rovistarono mobili e cassetti da cui rubarono gioielli per 1800 euro. Non soddisfatti, le chiesero di aprire una cassaforte, a tutti gli effetti inesistente fino a che non si decisero a desistere e allontanarsi. Non prima, però, di aver chiuso nel bagno la padrona di casa, legata ai polsi e imbavagliata con lo scotch.

I rapinatori scapparono a piedi perchè la Punto su cui erano arrivati, oggetto di furto, era rimasta impantanata nel fango. I carabinieri di San Lazzaro, che accorsero chiamati dai vicini, videro due dei tre criminali scappare a piedi con zaini pieni di gioielli e ne fermarono uno.

Ora un altro della banda è stato consegnato alla giustizia.

Zoe Pederzini

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