Assalto notturno ai licei Sabin e Copernico a Bologna, le presidi: "Era il nostro timore"

Rossella Fabbri e Fernanda Vaccari fanno la conta dei danni: per fortuna la situazione non è precipitata. Lunga trattativa della dirigente del Copernico per convincere i suoi a smobilitare, lunedì quinte in classe

Da sinistra: Fernanda Vaccari (Copernico) e Rossella Fabbri (Sabin)

Da sinistra: Fernanda Vaccari (Copernico) e Rossella Fabbri (Sabin)

Bologna, 2 aprile 2023 – “L’arrivo, di notte, degli esterni era ciò che più temevamo per la sicurezza dei nostri ragazzi". E lo paventavano ben oltre gli eventuali danni ai loro licei (foto) (danni che per la cronaca non ci sono stati). Rossella Fabbri e Fernanda Vaccari sono due formidabili mediatrici, prima ancora di essere presidi dei licei Sabin e Copernico, due colossi da 1.600 e 1.700 studenti, che questa settimana sono stati occupati ed entrambi dis-occupati (video) ieri. Presidi con cui ha parlato a lungo Daniele Ruscigno, delegato alla Scuola per la Città metropolitana.

Certo, a ‘sbullonare’ l’occupazione al Sabin è stato un atto violento: l’assalto con calci, bottiglie e sassi di un gruppo di esterni, che, scavalcato il cancellone su via Matteotti, è tracimato dentro il cortile. I liceali sono corsi ad asserragliarsi. "Quando sono arrivata a scuola, gli studenti erano choccati: qualcuno piangeva, qualcuno voleva essere abbracciato", racconta Fabbri che li guarda mentre un gruppo di prof, insieme ai ragazzi, chitarra in mano, canta a squarciagola De Gregori e Dalla. "Questa notte, gli studenti hanno difeso il loro liceo", osserva la preside che, però, non fa sconti: "L’occupazione è un atto illegale. Li avevo avvertiti: il Sabin è in una zona complessa, essendo a ridosso della stazio ne".

Premesso ciò, "se gli studenti desiderano avere momenti di autonomia, possiamo ragionare insieme sulla forma. Io stessa proporrò ai docenti di aprire una riflessione in classe su quanto accaduto". Al netto dei due vetri danneggiati che la Città metropolitana aggiusterà a tempo di record, domani il Sabin riapre.

È durata fino a pomeriggio inoltrato invece la trattativa tra Vaccari e i copernicani, che non volevano dis-occupare. Ma paura l’avevano pure loro. Eccome. Così la preside si è inventata un escamotage logistico per "proteggerli". Da due sere, gli occupanti lasciavano l’edificio principale che veniva sigillato, con tanto di allarme. I ragazzi, attraversata la strada, traslocavano in palestra. Pochi ingressi, più facile da gestire. Ed è lì che li hanno raggiunti probabilmente gli stessi balordi del Sabin, limitandosi però a due calci a una porta blindata. Da lì è partita la lunga trattativa per chiudere la protesta. "Li ho fatti ragionare sulla loro incolumità", rivela Vaccari, che dopo ore e ore raggiunge l’accordo: nessuno dorme più a scuola, domani tornano in classe le quinte, lei farà un tour, insieme agli occupanti, per vedere se tutto è a posto. Dopodiché ci saranno uno o due giorni di autogestione. "Sarò io a chiudere il Copernico questa sera (ieri, ndr ) dopo che l’ultimo dei miei studenti sarà uscito", avverte Vaccari che ha controllato la chiusura ogni sera.

Dal canto loro i ragazzi hanno manifestato questo forte disagio nello stare a scuola, ma "non c’era bisogno di occupare per parlare con me o con i docenti. È un paradosso". Porta sempre, sempre aperta, la preside snocciola i mille strumenti e i progetti messi in campo in via Garavaglia. "Ci confronteremo su cosa sia più saggio fare", anticipa.

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