Assembramenti in via Zamboni, l'ipotesi anti movida: presidio dal pomeriggio

Altra notte senza regole tra piazza Scaravilli e piazza Puntoni. L’idea di transenne e di un presidio fisso delle forze dell’ordine

La foto scattata sabato sera in via Zamboni da un residente esasperato

La foto scattata sabato sera in via Zamboni da un residente esasperato

Bologna, 1 febbraio 2020 - Ricominciano le lezioni in presenza (anche se al 50 per cento) all’Università e con queste il ritorno degli studenti in città, che già si fa sentire. Da giovedì scorso, quasi ogni sera infatti nutriti gruppi di giovani si sono ritrovati in zona universitaria, per lo più in piazza Scaravilli, per bere e fare baldoria insieme; una movida culminata nelle serate di venerdì e sabato. Con buona pace delle regole anti-Covid.

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E ora Università e Comune, con la collaborazione delle forze dell’ordine, dovranno decidere il da farsi. Così di certo non si può continuare: decine (centinaia) di studenti assembrati, proprio quando finalmente l’indice di replicazione del virus si è abbassato e la regione è potuta tornare in ’zona gialla’, sono un rischio troppo grande perché possano proseguire indisturbati in questa pratica di svago.

Il da farsi verrà discusso nel prossimo vertice sull’ordine pubblico in Prefettura, questa settimana, per trovare una linea condivisa tra le istituzioni. Le strade da percorrere potrebbero essere prevalentemente due: o transennare piazza Scaravilli come già successo per piazza Verdi – chiusura, quest’ultima, peraltro molto rispettata e che non ha mai dato problemi –, ma con il rischio che il problema si sposti soltanto in un altro luogo, magari nella vicina piazza Puntoni (già ’prolungamento’, di fatto, delle feste di Scaravilli) o in altri punti strategici della zona universitaria; oppure allestire un presidio serale fisso di forze dell’ordine, un po’ come si faceva, a suo tempo, in piazza Verdi accanto al Teatro Comunale.

Del resto, infatti, il problema è contingentato anche come fascia oraria: gli studenti in queste serate hanno iniziato a radunarsi attorno alle 18, per poi disperdersi allo scoccare del coprifuoco, alle 22. Entro le 23-23,30 l’area è già quasi del tutto vuota. Dunque, un eventuale controllo preventivo, a partire già da metà pomeriggio, e più mirato, fungerebbe da dissuasore per questo tipo di iniziative, agevolando pure, in questo modo, l’attività delle forze dell’ordine: non è difatti semplice intervenire per disperdere centinaia di persone tutte insieme, una volta che si sono già riunite.  

La situazione è dunque tenuta d’occhio dal Comune e dalle forze dell’ordine: vigili, polizia e carabinieri, già da giovedì stanno monitorando la zona tutte le sere. L’Unibo intanto si è presa qualche giorno di tempo per valutare le diverse opzioni. Piazza Scaravilli è di pertinenza dell’ateneo, trattandosi, di fatto, del ’giardino’ della facoltà di Economia, anche se l’obiettivo resta quello di prendere una decisione congiunta, con l’amministrazione comunale. L’Unibo però potrebbe scegliere anche di sensibilizzare i propri studenti direttamente in aula o con comunicazioni mirate, per invitarli a rispettare le regole e a non favorire l’ampliamento del contagio da Coronavirus.  

Toccherà poi ai giovani responsabilizzarsi e adottare un comportamento adeguato all’emergenza sanitaria in corso: non avrebbe senso infatti neppure continuare a rincorrere le loro serate di piazza in piazza, transennando via via tutta la città. Non è poi la prima volta che le feste di universitari in piazza Scaravilli finiscono nel mirino delle forze dell’ordine e delle autorità sanitarie. Oltre a quelle delle sere scorse, ci sono state anche quelle dell’estate passata, e il focolaio che ne scaturì: da un evento Erasmus pubblicizzato sui social e a cui parteciparono moltissimi ragazzi, si scatenò un focolaio di Coronavirus che portò a superare i cento contagi tra diretti e indiretti e costrinse all’isolamento moltissimi studenti, alcuni dei quali dovettero rimanere negli appositi hotel Covid per due settimane.  

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