Bologna, attentato anarchico a Sasso Marconi: distrutti due ripetitori

L’altra notte a Sasso Marconi date alle fiamme le antenne della rete internet. Si alza la tensione: oggi raduno in piazza Verdi per Cospito, detenuto al 41bis

I vigili del fuoco l’altra notte in via Monte Capra a Sasso Marconi

I vigili del fuoco l’altra notte in via Monte Capra a Sasso Marconi

Sasso Marconi (Bologna), 25 maggio 2022 - "Le gabbie rinchiudono i corpi, ma non spengono i fuochi". È significativo l’invito, scritto in questi termini, alla manifestazione a sostegno dell’anarchico Alfredo Cospito, da maggio in regime di 41 bis, che si terrà questo pomeriggio in piazza Verdi. Ancora più significativo, se letto a due giorni dall’ultimo attentato incendiario di matrice anarchica avvenuto alle porte della città. È stato messo a segno l’altra notte, in via Monte Capra, a Sasso Marconi. Come qualche anno fa, esattamente a dicembre del 2018 a Monte Donato, nel mirino degli ignoti sovversivi sono finiti alcuni ripetitori. All’epoca erano stati della tv. Questa volta, a essere danneggiate dal fuoco, sono state due antenne di Eolo, della rete internet.

Vicino al luogo del rogo, su cui sono intervenute più squadre dei vigili del fuoco e i carabinieri, è stata trovata anche una scritta, ‘Guerra sociale alla guerra di Stato’, a ribadire - se ci fosse stato dubbio - quale sia la mano che ha acceso il fuoco. Sull’attentato adesso stanno indagando i militari del Nucleo Informativo dell’Arma, al lavoro per trovare qualsiasi elemento utile a individuare gli autori dell’attentato.

L’incendio, avvenuto due giorni prima della manifestazione organizzata in piazza Verdi – alle 19, in concomitanza un’altra iniziativa del collettivo Cua –, è la scintilla di una tensione rimasta strisciante per oltre due anni, troppo confusi dal Covid. Il corteo di ieri, ripreso anche in serata, ne è stato un primo assaggio. E c’è quindi molta attenzione, da parte delle forze dell’ordine, per il raduno anarchico di questo pomeriggio, per il rischio di eventuali disordini.

Molto dipende anche dall’esito della sentenza di Cassazione, attesa proprio oggi, del processo Scripta Manent nei confronti della Federazione Anarchica Informale, terminato in Appello con 14 condanne. L’attività investigativa era iniziata a seguito del ferimento dell’ingegnere Roberto Adinolfi, amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare, gambizzato dagli appartenenti al ‘Nucleo Olga’, tra cui proprio Alfredo Cospito, che ha rivendicato l’azione. Nel processo Scripta Manent, in secondo grado, ha avuto la condanna più alta, 20 anni. Detenuto a Terni, Cospito ora si trova da meno di un mese in regime di carcere duro, perché, anche da dietro le sbarre, continuava a impartire ‘ordini’ ai compagni.

E proprio nello stabile di via Zago sgomberato ieri dalla polizia, era stata avviata una raccolta fondi e beni da destinare agli anarchici attualmente detenuti, tra cui pure Cospito e Anna Beniamino, anche lei condannata nel processo Scripta Manent a 16 anni e 6 mesi.

 

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