Bologna, attentato anarchico alla Marr: telecamere al setaccio, ascoltati i lavoratori

I militari cercano di ricostruire il percorso fatto dagli ignoti autori Potrebbero essere arrivati da fuori per compiere l’azione ad Anzola Due giorni prima c’era stato un presidio anarchico in centro

Bologna, 20 novembre 2022 - Semplici bottiglie di plastica, con uno stoppino sopra. Che qualcuno non ha fatto in tempo ad accendere, forse perché disturbato dall’arrivo di un camionista. Sono stati proprio i lavoratori della Marr, già sentiti dai carabinieri, a dare l’allarme, dopo aver trovato le quattro bottiglie incendiarie posizionate sotto ad altrettanti mezzi della ditta che si occupa - tra le altre cose - anche di rifornire di prodotti alimentari le mense di carceri e Cpr. I militari dell’Arma bolognese sono al lavoro nel massimo riserbo dalla sera dello scorso 5 novembre, per riuscire a individuare gli attentatori. L’area di indagine è concentrata sull’ambiente anarchico, con il gesto rivendicato su siti di area. Con imprecisioni: segno che chi ha scritto non sapeva, o non ha voluto raccontare, i fatti per come sono effettivamente andati.

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Sull’attentato fallito alla Marr di Anzola indagano i carabinieri
Sull’attentato fallito alla Marr di Anzola indagano i carabinieri

Infatti, nella sede dell’azienda di Anzola l’attentato non è andato, fortunatamente, a buon fine, mentre sul sito anarchico si parla di "camion incendiati". Insomma, di un’azione portata a termine.

Il lavoro degli investigatori dell’Arma si è subito concentrato sull’analisi delle telecamere, non solo dell’azienda nel mirino, ma anche di quelle che si trovano nella stessa frazione di zona industriale di Anzola, pubbliche e private, per cercare di ricostruire i movimenti degli ignoti attentatori. L’indagine si muove anche attraverso accertamenti tecnici e sulla rilevazione di eventuali tracce biologiche lasciate sulle bottiglie o nel parcheggio dello stabilimento Marr. Che è direttamente accessibile dalla strada e che, fino al momento dell’attentato, non era vigilato da una guardiania.

Nei pressi della Marr, dopo il fatto, non sarebbero state trovate scritte di rivendicazione fresche, benché ce ne siano alcune realizzate diverso tempo fa. La vicenda bolognese precede di alcuni giorni l’attentato che ha distrutto la sede della stessa azienda riminese a Taggia, in provincia di Imperia: azione che non è stata rivendicata, ma che è chiaramente inserita nello stesso filone interventista anarchico. Concentrato, in questo periodo, sulla lotta al regime di carcere duro, in cui si trova recluso Alfredo Cospito in Sardegna. Una campagna di lotta che coinvolge tutte le formazioni anarchiche nazionali, tutte collegate tra loro e per questo non è escluso, anzi è plausibile, che ad entrare in azione ad Anzola possa essere stato un gruppo di attivisti arrivato da fuori. Un paio di giorni prima dell’attentato fallito, tra l’altro, il Tribolo aveva organizzato un presidio sotto le Torri, dove erano stati appesi degli striscioni in solidarietà con tutti gli arrestati, proprio sotto al manifesto raffigurante Patrick Zaki. Un gesto "a sfregio – scrivevano gli anarchici – di una democrazia ipocrita che guarda oltremare gridando alla tortura, quando essa stessa legittima la tortura nelle patrie galere". Un’iniziativa che avrebbe potuto rappresentare la giusta occasione di incontro per pianificare gli ultimi dettagli dell’azione.

n. t.

 

 

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