Attesa record al Pronto soccorso: 11 ore

La denuncia di Chiara Pazzaglia, presidente Acli, che ha aspettato con la madre di 80 anni al Sant’Orsola fino alle 3,30 del mattino

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Undici ore nel Pronto soccorso del Sant’Orsola con la madre di 80 anni alla quale prima era stato attribuito un codice azzurro, in un secondo momento un codice verde che ha determinato l’allungamento dell’attesa. La figlia, Chiara Pazzaglia, presidente delle Acli di Bologna, ha affidato il suo enorme disappunto ai social durante la lunga attesa: "La priorità è diminuita ma non si sa in base a quale criterio, visto che nessuno l’ha visitata e ora ci hanno prospettato almeno altre tre ore di attesa. Per un totale di minimo sette ore solo perché un medico la veda scrive Pazzaglia durante la prima parte dell’attesa –. Non è normale. Mi sento impotente davanti alle lacrime di mia mamma ed è una cosa davvero frustrante. E mi vergogno profondamente, anche per i modi che gli infermieri ci hanno riservato: due parole spicce e poi ’signora, qua stiamo lavorando’, con la spocchia insopportabile di chi pensa di fare un mestiere più importante degli altri. Tutto questo è indecente – afferma–. E che non mi si dica ‘è normale, funziona così’, perché se grazie alla medicina e al cosiddetto progresso scientifico, abbiamo allungato l’età media dei nostri anziani, poi non possiamo trattarli come un peso sociale e sanitario e scaricarli otto ore su una sedia di ferro. Perché magari ci sarà anche chi viene qua a perdere tempo per un’unghia incarnita, ma al massimo sono questi da disincentivare all’accesso, non certo una vecchietta di 80 anni che ormai fa tutto con la sanità privata, perché i tempi di attesa della sanità pubblica sono biblici".

La presidente fa poi notare che: "Il figlio di un signore ottantenne si è appena riportato il padre a casa dopo cinque ore vane di attesa. E onestamente ho invidiato il suo coraggio nel prendersi questa responsabilità".

Pazzaglia ha poi reso noto che la madre "è stata dimessa dopo alle 3.30 di notte, ma è dovuta tornare in mattinata (ieri, per chi legge) per una visita specialistica, perché di notte alcuni medici non ci sono. Inoltre abbiamo anche pagato quasi 80 euro di ticket. Hanno ammesso che con mia mamma è stato fatto un errore nell’attribuzione del codice di priorità e approfondiranno".

Sul caso segnalato dalla signora Pazzaglia, inerviene la direzione del Policlinico: "Ci dispiace e ci scusiamo per la lunga attesa a cui ha dovuto sottoporsi la madre della signora Pazzaglia durante la sua permanenza in Pronto Soccorso. Una attesa che, a seguito di valutazioni effettuate, è emerso come sia stata frutto, in parte, di un disguido avvenuto nella procedura di presa in carico. Non una giustificazione, certamente, ma una spiegazione di quanto accaduto che avrebbe contribuito ad alleviare la situazione se fosse stata comunicata alla signora nell’immediatezza. I disguidi tuttavia possono accadere, specialmente in situazioni di particolare pressione come quelle a cui sono sottoposti gli operatori del Pronto soccorso. La giornata del 3 è stata particolarmente intensa con 253 pazienti, numero superiore alla media (più 20% circa), e con codici di gravità molto elevati (7 Rossi, 37 arancioni e 52 azzurri). Vorremmo infine rassicurare la signora sul fatto che i tempi di attesa di norma sono, mediamente, più brevi: circa un’ora e mezza per il verde".

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