
Neri, Anna, Osso e Giulio: quattro amici che per la prima volta dormono fuori di casa, da soli sul nostro...
Neri, Anna, Osso e Giulio: quattro amici che per la prima volta dormono fuori di casa, da soli sul nostro Appennino. Pernottano in una ’casa stregata’ della nonna di Anna e Neri e quest’ultimo è l’unico a conoscerne la storia di premonizioni, superstizioni e riti. ’Due notti’ (Il Castoro) è il nuovo romanzo di formazione di Azzurra D’Agostino, autrice bolognese che vive a Porretta Terme e che dopo ’La notte in cui ho ucciso Kurt Cobain’, torna a raccontare i riti brucianti della giovinezza. Il libro viene presentato oggi alle 15 al Rifugio Segavecchia di Lizzano in Belvedere, in occasione dell’apertura stagionale, con laboratorio ’Piante Magiche’ per la notte di San Giovanni, con Cecilia Lattari.
D’Agostino, come racconta il diventare grande in questo nuovo libro?
"Lo racconto coi miei quattro protagonisti sui 16 anni, che hanno i loro motivi per fare tre giorni insieme isolati in Appennino, lontani dagli adulti. Questa esperienza permette loro di capire cosa sono le paure che spesso non si sanno definire e come affrontarle insieme, grazie anche alla diversità tra di loro e a questa tradizione contadina e popolare che emerge all’interno della storia".
Qual è questa tradizione?
"Quella della magia, dei riti di aiuto, perché in effetti l’unica parte vera del romanzo è la magia. Mi sono basata su studi di antropologia che hanno mostrato come nell’Appenino bolognese e pistoiese, uno dei riti dei guaritori era quello di ‘lavare via’ la paura con l’erba della paura che cresce spontaneamente da queste parti. C’erano persone esperte cui ci si rivolgeva, per la paura di un esame ad esempio, per uno spavento non ben definito. Un tempo c’era una comunità che si faceva carico di accogliere queste cose, anche in un modo che a noi oggi sembra superstizione e che in verità era condivisione delle emozioni".
Un romanzo ispirazionale in cui la magia arriva in aiuto se si ha difficoltà ad affrontare le emozioni?
"Qui c’è Neri che ha ricevuto un dono dalla nonna, è un po’ dubbioso ma ci crede, anche se gli altri lo prendono in giro. Sa che potrebbe essere solo una fantasticheria, ma in realtà diventa un modo per prendere atto di un sentimento che si insinua in loro, ovvero la paura di crescere. Stando però insieme e parlandone si può affrontare il cambiamento, si possono affrontare le emozioni. Perché questa è la cosa più difficile per i ragazzi, nominare sensazioni che fanno vergognare e che possono diventare sempre più grandi, difficili da gestire".
Presenterà il libro in un contesto molto particolare.
"Già il libro è ambientato nella notte del 23 giugno, la notte di San Giovanni in cui si prepara la famosa acqua e che è ormai molto amata per le feste delle streghe, che stanno tornando in auge destando anche un po’ di scalpore. Per questo, a ridosso di questa notte, facciamo la presentazione con un piccolo laboratorio aperto a tutti, con passeggiata, raccolta delle piante e composiziondi di amuleti e preparazioni fitoterapiche".
Benedetta Cucci