Bologna, 26 gennaio 2022 - Giovani, alcuni giovanissimi: 12 anni appena. Si muovono in gruppo e forti del branco agiscono senza guardare in faccia a nessuno: che sia un coetaneo o un anziano, non fa differenza. Ora però per molti di loro si stringe il cerchio con Procura e Arma, secondo quanto emerge, ormai pronte a chiudere il cerchio sui numerosi raid vandalici delle ultime settimane tra città e provincia.
Quattro le inchieste aperte, una trentina i nomi di ragazzini indagati, alcuni non ancora quattordicenni e dunque non imputabili. Ma ciò non vuol dire che non passeranno guai. Da Bologna a San Matteo della Decima e fino a Granarolo, con la lente puntata su altre piazze provinciali e su nuovi episodi segnalati dai cittadini, esasperati e allarmati da certi atteggiamenti.
Un quadro avvilente e molto preoccupante, sviscerato anche dalle parole del giudice Oliviero Drigani, presidente della Corte d’Appello durante il suo intervento all’apertura dell’anno giudiziario: "Da una recente indagine criminologica – ha spiegato sabato – emerge come Bologna sia la città con il più alto indice di criminalità minorile in tutta Italia".
Un dato: la Procura minorile, per l’intero distretto, nell’ultimo anno ha iscritto 2.459 notizie di reato contro noti (+6%). Una crescita "non trascurabile", ha sottolineato Drigani, resa ancora "più complessa dalla presenza di un numero sempre più elevato di minorenni stranieri non accompagnati e di nuclei familiari (immigrati e non) fortemente problematici".
I fascicoli
Quattro quelli aperti e, secondo quanto emerge, a un punto di svolta importante. Quartiere Savena: da diversi mesi messo in grande difficoltà dai raid di un gruppo di ragazzini. Un crescendo di maleducazione e prepotenza, con tantissimi episodi riferiti dai residenti: danni alle auto, con specchietti rotti a calci, gomme tagliate ed escrementi sotto le maniglie.
E poi le violenze nei confronti dei più fragili, dai bambini ai pensionati. "Quando li ho rimproverati fuori dalla Coop perché stavano rubando – raccontava un residente – mi hanno detto: ‘Che c...o vuoi? Abbiamo 13 anni, non ci possono fare niente’". I carabinieri della stazione San Ruffillo nei giorni scorsi hanno depositato nelle mani del procuratore minorile, Silvia Marzocchi, un ricco dossier fatto di foto, video e testimonianze: al momento sono stati identificati quattro minorenni. Vista la loro età (tutti non ancora imputabili) verranno coinvolti i servizi sociali e il consultorio familiare che dovranno monitorare la situazione complessiva dei protagonisti, sia a casa che a scuola, e, se necessario, predisporre un percorso ad hoc. Nei casi più gravi, il tribunale può disporre il collocamento in comunità.
Inquirenti – carabinieri e polizia – che sono al lavoro anche sul ’Fight Club’ di via Zamboni a suon di sedie e sgabelli, proprio a due passi dalle Due Torri. In questo caso sono stati identificati tre neo maggiorenni, ma non è finita qui perché si sta stringendo il cerchio su alcuni ragazzini che i 18 anni non li hanno ancora festeggiati.
Spuntano le lame
Numeri ben diversi, purtroppo, quelli sul tavolo dei carabinieri di San Matteo della Decima: 15 giovanissimi dai 12 ai 13 anni, che avevano come base una lavanderia h24, protagonisti di lanci di petardi dentro la chiesa del paese e verso anziani, atti vandalici e minacce a chi li rimproverava, danneggiamenti e furti, come è accaduto a un edicolante.
Fenomeni che hanno messo in forte allarme la comunità con l’amministrazione che ha organizzato una serie di incontri con le famiglie degli adolescenti. Da San Matteo a Quarto Inferiore, la storia tristemente si ripete: domenica pomeriggio due ventenni vengono accerchiati e derubati da sei o sette ragazzini, armati di un coltello. Una delle vittime è stata presa a calci e pugni, 10 giorni di prognosi.
Le immagini di alcune telecamere avrebbero però ripreso tutto, materiale in mano ai militari della stazione di Granarolo. Il branco ha le ore contate.
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