Baby gang Bologna, servizi sociali in campo per i bulli del Savena

I pm dei minori stanno già lavorando per decidere come trattare il caso. L’informativa dei carabinieri in Procura. Si valutano percorsi psicologici

I carabinieri della San Ruffillo al parco davanti al centro Gallia

I carabinieri della San Ruffillo al parco davanti al centro Gallia

Bologna, 18 gennaio 2022 - Stanno per finire i tempi dei vandalismi e delle prepotenze della baby gang del Savena. La Procura dei minori, guidata da Silvia Marzocchi, ha già ricevuto l’informativa dai carabinieri della stazione San Ruffillo, un ricco corpo di video, foto e testimonianze, e si sta attivando con tutte le modalità consentire per trattare reati commessi da ragazzini non imputabili, ossia che non hanno ancora compiuto i 14 anni.

La prassi, in circostanze come questa, prevede che il tribunale per i minorenni su richiesta della Procura apra un provvedimento civile, con il coinvolgimento dei servizi sociali e del consultorio familiare, che hanno il compito di monitorare la situazione complessiva dei ragazzini, sia familiare che scolastica, e poi, se necessario, predisporre un percorso psicologico in consultorio per il minore e i genitori. Come extrema ratio, nei casi più gravi, il tribunale può disporre anche il collocamento in comunità per i ragazzini più problematici.

Un percorso, insomma, teso alla responsabilizzazione e alla rieducazione non solo dei ragazzini, ma anche delle loro famiglie risultate, almeno per alcuni dei componenti della banda che da mesi sta impreversando al Savena, assenti o comunque non attente al comportamento dei propri figli. Una vicenda che va avanti da almeno un anno, con i residenti della zona tra via Milano, via Torino e di quel quadrato di strade che circonda il centro Gallia, che hanno deciso di chiedere aiuto, sollevando l’attenzione sulle condotte di questi ragazzini terribili, passate da vandalismi contro le auto, ad aggressioni ad anziani, bersagliati con petardi e pure buttati a terra.

Un crescendo di maleducazione e prepotenza, con tantissimi episodi riferiti dai residenti, che vanno dai danneggiamenti delle auto, con specchietti rotti a calci, gomme tagliate ed escrementi sotto le maniglie, fino alle violenze nei confronti dei più fragili, dai bambini più piccoli, fino ai pensionati. Condotte portate avanti con la consapevolezza di non poter subire nulla: "Quando li ho rimproverati fuori dalla Coop, fatti uscire perché stavano taccheggiando – raccontava l’altra mattina Alan, 25 anni, residente in zona – mi hanno detto: ‘Che c...o vuoi? Abbiamo 13 anni, non ci possono fare niente'".

In realtà, adesso, con l’inchiesta aperta dalla Procura dei minori, i ragazzini e le loro famiglie saranno costretti a prendere atto del fatto che ogni azioni comporta delle conseguenze, che possono essere anche importanti.  

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