
Concluso l’incidente probatorio, la ragazza (dietro un paravento) ha confermato le accuse. In aula anche i due indagati
Omicidio alla Barca, si è concluso l’incidente probatorio della fidanzata di Eddine Bader Essefi, ucciso a 19 anni la sera del 25 aprile. Ieri, davanti al gip Domenico Truppa, la 15enne ha testimoniato protetta da un paravento, come anche durante la precedente udienza. In aula erano presenti entrambi gli indagati, Badreddine Krimi, 31 anni, tunisino, e il cognato Charlie Sarcinelli, 29 anni, arrestati il 16 maggio scorso. L’accusa è di omicidio preterintenzionale aggravato da futili motivi.
"Nessun colpo di scena – le parole dell’avvocato Andrea Ronchi, che assiste la minore –, è stato tutto molto tranquillo e coerente. Non ci sono state particolari ragioni di animosità". "Nulla di nuovo né di diverso dalla ricostruzione che è stata definita nella fase delle indagini – spiega Roberto D’Errico, avvocato di Sarcinelli –, l’incidente probatorio ha cristallizzato quel che già c’era. Adesso, attendiamo il percorso investigativo e le motivazioni del tribunale della libertà, che saranno importanti anche in punto di esigenze cautelari, e poi faremo il punto nuovamente". Ieri, la testimone chiave dell’inchiesta ha risposto alle domande del pm Andrea De Feis, durante l’audizione richiesta dalla Procura per cristallizzare la sua testimonianza, data la minore della ragazza e anche considerato il rischio che possa subire minacce o intimidazioni (come peraltro da lei denunciato proprio di recente): la 15enne era con il suo ragazzo quella sera, quando è scoppiata la lite al Treno della Barca. La ragazzina ha confermato di aver visto i due picchiare Bader - spinte, botte e ginocchiate sul viso - e poi inseguirlo, come si vede anche da un filmato delle telecamere. Bader era riuscito a divincolarsi e a scappare verso via Buozzi. Pochi minuti dopo, il 19enne verrà ritrovato a terra, in via Colombi, agonizzante, intorno a lui del sangue. Questa seconda fase dell’aggressione non è stata ripresa dalle telecamere. A nulla servirà poi la corsa al Maggiore: morirà infatti in ospedale quella sera stessa, poco dopo le 23.30.
Bader lavorava come aiuto cuoco da Manicarettibo, in via Saragozza. Arrivato in Italia quattro anni fa, spediva i soldi alla sua famiglia in Tunisia. Era stimato da tutti, amici e colleghi. Ogni mese, il 25, si terrà una commemorazione per lui nel punto in cui è stato trovato a terra.