Bagni pubblici Bologna, ecco la mappa. Pochi, mal segnalati e a volte guasti

Il progetto di Palazzo d’Accursio per "aumentare e modernizzare" la dotazione. Si parte dalle aree verdi

La mappa dei bagni pubblici di Bologna

La mappa dei bagni pubblici di Bologna

Bologna, 29 aprile 2022 - Troppo pochi. Mal segnalati. Non sempre funzionanti. A volte danneggiati. Il tema della carenza di bagni pubblici in città è da anni sollevato dalle guide turistiche che accompagnano le comitive sotto le Due Torri. Che consigliano ai pullman di fermarsi in autogrill per l’ultimo... pit-stop prima di entrare in città.

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E il problema è più volte segnalato – come un fastidioso disagio – anche da molti nostri lettori over 70. In caso, poi, di manifestazioni di piazza – come la festa della Liberazione al Pratello, con migliaia di persone – la situazione degenera. Il 25 aprile, complice l’inciviltà di alcuni, portici e muri del centro sono stati utilizzati come vespasiani a cielo aperto. Del tutto insufficienti, a quanto pare, i wc chimici predisposti dal Comune.

Negli anni, il ‘panorama’ dei bagni pubblici in città è molto cambiato. Dei 23 vespasiani ‘classici’ funzionanti a fine anni Settanta, ne sono rimasti cinque. Gli altri sono stati demoliti. O, in alcuni casi, sostituiti da servizi ‘in struttura’ (per esempio in via IV Novembre o in piazza Calderini) e da bagni automatizzati, come ai Giardini Margherita. In genere, il costo per l’utilizzo dei servizi (vespasiani esclusi) è di 50 centesimi.

Gli ultimi interventi per sostituire strutture non più adeguate o non più funzionanti risalgono al 2014. L’anno scorso, spiega Simone Borsari, assessore ai lavori pubblici e pulizia della città, per rispondere "alle numerose segnalazioni" ricevute nel tempo dai cittadini il Comune ha approvato un progetto di "incremento e modernizzazione" della dotazione di servizi igienici della città, denominato Domus Aurea .

Il tema era stato sollevato da Francesca Scarano, capogruppo della Lega in Comune. "Avere servizi igienici pubblici decorosi e sicuri è indice di civiltà di una città – aveva commentato la leghista –, ed è doveroso aumentarne il numero, perché a Bologna sono ancora scarsi". Al momento è prevista l’installazione di "sette vespasiani di nuova generazione" in parchi, giardini e aree verdi. "Ma nei prossimi anni – assicura Borsari – è precisa volontà dell’amministrazione comunale stanziare ulteriori finanziamenti per aumentare la dotazione di bagni pubblici della città".

Le aree interessate dai nuovi vespasiani sono: parco Pasolini (San Donato), zona via Zanolini, giardino Lavinia Fontana (via del Piombo), giardino Bulgarelli (zona stadio), piazza Trento e Trieste (in sostituzione di un bagno automatizzato), Giardini Margherita (in sostituzione di due bagni automatici) e nell’area verde di via Martiri della Croce del Biacco (angolo via Pallavicini), anche qui in sostituzione di un wc automatizzato.

Ad oggi, nelle aree verdi ci sono undici bagni pubblici gestiti dal Comune. Tre ai Giardini Margherita, due in Montagnola, e uno ciascuno ai giardini 11 settembre, parco dei Cedri, giardino degli Artisti, Cà Bura, piazza Spadolini e piazza dell’Unità.

Fra le ultime strutture realizzate, ci sono i due vespasiani – in zona universitaria – donati nel 2015 dal trust ‘Ad hoc’ finanziato da Paola Pavirani. Sono in via del Guasto e in largo Respighi. Il primo, per uomini, è costituito da una canalina di scolo riparata da una lastra d’acciaio; il secondo, per donne, è invece una struttura chiusa accessibile anche ai disabili.

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