Baja Sardinia, 60 anni di impresa bolognese

L’intuizione di Domenico Gentili risale al 1961, quando acquistò il terreno per trasformarlo in un angolo di paradiso

Migration

Gli imprenditori bolognesi sanno guardare avanti e correre forte: infatti sessant’anni fa batterono sul filo di appena quattro mesi l’Agha Kan. Stava per nascere il sogno della Costa Smeralda, ma lì a pochi chilometri, su un pendio selvaggio dal nome sconosciuto ai comuni mortali non nati in Sardegna, Cala Battistoni, apriva già il primo ristorante bolognese. Sventolava una bandiera nel luogo che prenderà il nome di Baja Sardinia. Era il 14 luglio 1962 e il Pappagallo, proiezione sarda del locale tutt’ora esistente in centro sotto le Due torri, serviva a tavola i primi piatti.

Qualche mese dopo Karīm al-Husaynī, Āgā Khān IV, quarantanovesimo Imam dei musulmani Ismailiti Nizariti, cominciò a vestire di lusso altri terreni incantati che diventeranno la Costa Smeralda. L’uomo visionario che intuì il sogno di Baja Sardinia, 4 chilometri da Porto Cervo nel Nord est della Gallura, e cominciò a costruirla fu Domenico Gentili, membro della famiglia di industriali che in Emilia Romagna erano già una potenza come proprietari della Panigal, famosa per il sapone Sole.

In questi giorni a Baja Sardinia, Alessandro Gentili, figlio di Domenico (scomparso nel 2021) e gestore di interessi immobiliari in Sardegna e a Bologna, ha organizzato le celebrazioni con una grande festa (condotta dal giornalista e scrittore Marino Bartoletti), proprio per celebrare il 60esimo anniversario della fondazione. "Valeva la pena, come già facemmo per i 50 anni, di ricordare la nascita di questo angolo di paradiso turistico che si deve a mio papà e all’imprenditoria bolognese – dice Alessandro Gentili –. Mio padre costruì i primi alberghi e per un periodo li diede in gestione gratuita ad operatori turistici romagnoli, per venderli in seguito". Il maestrale che saliva dall’entroterra nei primi giorni di Baja Sardinia portò sul mare anche le note di Andrea Mingardi.

Domenico Gentili nel 1961 acquistò il terreno apparentemente senza un gran valore da tal Michele Ragnedda che cedette in un colpo solo 90 ettari. Mandò un tecnico da Bologna in avanscoperta e l’affare si fece. Strana gente i bolognesi, deve aver pensato Ragnedda, quando firmò l’atto di cessione per quella terra sul mare blu cobalto buono sì e no per le pecore. Da Brescia, Gentili fece arrivare le prime strutture in legno trasformate in primigenie camere d’albergo poi aggiornate in muratura. Bolognesi ed emiliani economicamente solidi acquistarono le prime ville. Poi vennero i mini appartamenti e la piazzetta con le due vele di granito sul mare. Il resto è storia.

Beppe Boni

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro