Bancarotta fraudolenta Bologna, sequestrati 3 milioni a un imprenditore

Arrestato un 61enne residente in provincia di Foggia. Aveva trasferito la società in Emilia per nasconderla al fisco e ai creditori

Guardia di Finanza al lavoro

Guardia di Finanza al lavoro

Bologna, 15 maggio 2020 – E’ ritenuto responsabile di bancarotta fraudolenta e di plurimi reati fiscali, in concorso con altre 4 persone denunciate a piede libero, l’imprenditore 61enne, residente in provincia di Foggia, arrestato dai militari della Guardia di finanza di Bologna, in collaborazione con i loro colleghi pugliesi. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’uomo, C. D. le sue iniziali, è stato eseguito su disposizione del Gip, Domenico Truppa. Disposto anche il sequestro preventivo di 15 auto e somme fino all’ammontare di oltre 1,9 milioni quale provento del reato di bancarotta, e il sequestro preventivo per equivalente di beni immobili, mobili e disponibilità finanziarie fino all’ammontare di oltre 1 milione, pari al valore delle somme sottratte al pagamento delle imposte. Le indagini eseguite dal nucleo di polizia economico finanziaria di Bologna, sotto la direzione della Procura, nella persona del pm Nicola Scalabrini, hanno consentito di far luce sulle vicende relative al fallimento di una società operante nel settore della compravendita di autovetture ed altri beni, affermata nella zona di Cerignola (Foggia) e la cui sede è stata successivamente trasferita a Bologna. Gli approfondimenti condotti hanno permesso di delineare numerose condotte illecite da parte del principale indagato che, nell’arco di circa cinque anni, si è reso responsabile non solo di reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e per operazioni dolose; ma anche dei reati di natura tributaria di dichiarazione infedele, omessa presentazione di dichiarazioni fiscali e distruzione di documentazione contabile. In particolare, le indagini hanno permesso di evidenziare l’esistenza di un preordinato progetto delittuoso consistente, in una prima fase, nel far ‘sparire’ la società, spostandone la sede a Bologna, in un indirizzo nel quale risultava sconosciuta e quindi irreperibile, e intestando le quote e le cariche a soggetti prestanome nullatenenti; successivamente, l’attività commerciale veniva proseguita in completa evasione di imposte (senza assolvere agli obblighi di registrazione, dichiarazione e versamento delle imposte) e mettendo in essere truffe a danno di ignari fornitori. Questi ultimi, dopo il versamento di alcuni acconti, ricevevano in pagamento assegni postdatati privi di copertura e/o resi irregolari alla data dell’incasso in quanto, nel frattempo, era cambiato l’amministratore formale e quindi la persona autorizzata alla firma della traenza alla data apparente dell’assegno. L’irreperibilità della società e degli amministratori rendeva vano anche qualsiasi tentativo da parte dei creditori di poter far valere le proprie spettanze. Tali comportamenti facevano sorgere, di conseguenza, in capo all’impresa ingenti debiti a cui la stessa non riusciva a far fronte dal momento che i proventi derivanti dalla vendita dei beni aziendali (compresi quelli acquisiti in frode) venivano distratti dall’indagato dalle casse della società causandone inevitabilmente il fallimento. Oltre alla misura cautelare e ai sequestri, sono state eseguite numerose perquisizioni in provincia di Foggia, Venezia, Verona, Treviso, Rovigo e Cosenza. In particolare, nel corso delle attività è stato rintracciato e arrestato a Treviso un uomo indagato nell’ambito dell’operazione odierna, sul quale pendeva un ordine di carcerazione per reati connessi al traffico di stupefacenti.  
è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro