Assalti ai bancomat, le intercettazioni

Tra gli arrestati un campione di moto d’acqua, Giuseppe Greco. “Dobbiamo andare a prendere quattro spiccioli...”

Bologna, banda dei bancomat: un poliziotto mostra parte dell’equipaggiamento (Schicchi)

Bologna, banda dei bancomat: un poliziotto mostra parte dell’equipaggiamento (Schicchi)

Bologna, 31 agosto 2016 – Le moto d’acqua sono la passione di Giuseppe Greco, campione italiano di specialità. A Cristian Casarotti piacciono le serate nei locali della Riviera, dove arriva in Porsche. E Andrea Semilia, una delle teste della batteria, ha provato a fare il grande salto, partecipando a un traffico da 500 chili di coca, intercettato, però, su un veliero a Capo Verde dalla Dda. L’arresto del palermitano a marzo ha interrotto, per un paio di mesi (era stato scarcerato a maggio dal Riesame), l’attività del sodalizio, che a un certo punto si è trovato a secco. In una conversazione intercettata il 27 maggio, Casarotti e Buccolieri parlano della necessità di fare soldi: «Dobbiamo prendere quattro spiccioli», dice Casarotti a Buccolieri che risponde: «Io (devo prendere) la moto d’acqua». «Avrei piacere di non tirare fuori dei miei soldi... Non vorrei spendere dal mio portafogli 9mila per (incomprensibile). Non è bello. Vedi stasera come cazzo butta e poi ci pensi», continua Casarotti.

Tra le pagine dell’ordinanza emerge anche come la banda fosse preoccupata dall’eventualità di controlli da parte delle forze dell’ordine e ipotizzasse stratagemmi da mettere in campo, come ad esempio l’idea di nascondere i soldi nella ruota di scorta dell’auto usata: «Nella ruota di scorta... ci mettiamo in autogrill... la gonfiamo... così non ci portiamo... per non lasciare i soldi in giro». Dialoghi che facevano seguito a due assalti andati a vuoto nel Milanese: «Si può venire fino a qua e non concludere un cazzo! Sì certo che oh... una volta le puttane... una volta il mare... ehhh il posto di blocco più grande del mondo», lo sfogo di Casarotti, che alludeva al posto di blocco della Polstrada, dotata di Lamborghini, nel quale si erano imbattuti la sera del 20 maggio: «Madonna mia, una Lamborghini». E l’alchimista Buccolieri replicava: «Ah io non ho mai visto una cosa così».

Che Buccolieri fosse uno dei capi, lo si capisce non solo dalla competenza con cui parla delle miscele da usare per l’esplosivo («L’ho caricata ancora un po’ la scatoletta perché l’ultima volta non sono stato tanto felice», diceva, alludendo alla carica usata il 23 febbraio a Roma), ma anche da come rimproverava Danilo Faccioli, che si era fermato ad aspettare il gruppo prima di fare rifornimento: «Io volevo non esiste. È niente... ti piglia un inghippo così... E basta... è finita... Lasci la macchina... Ti hanno arrestato così!».

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