
Nei primi sei mesi dell’anno, l’economia dell’Emilia-Romagna ha rallentato, in linea con quanto accaduto nel resto del Paese. È la fotografia che emerge dall’aggiornamento congiunturale sull’economia della regione, stilato dalla Banca d’Italia. L’indicatore Iter "ha registrato un aumento tendenziale del Pil dell’1,2% – ha spiegato il direttore della sede di Bologna, Pietro Raffa –, in linea con il valore nazionale, ma molto più contenuto rispetto a quello dello stesso periodo del 2022. Dopo un primo trimestre 2023 in cui abbiamo registrato una crescita ancora vivace, nella primavera abbiamo avuto una brusca frenata". A pesare sono stati anche gli effetti sul comparto agricolo dell’alluvione di maggio, che si sono fatti sentire anche sul piano del lavoro. In regione, il dato dell’occupazione è aumentato dell’1,5% nei primi sei mesi dell’anno, con un incremento delle ore lavorate nei primi nove mesi. La disoccupazione si è mantenuta stabile intorno al 5%, valore storicamente contenuto. Non è stato lo stesso nelle zone alluvionate, dove le attivazioni nette di contratti di lavoro sono diminuite, mentre sono rimaste invariate nelle altre aree. Tra maggio e giugno c’è stato un calo sensibile delle assunzioni: 1.500 a fronte delle 3.700 dell’anno scorso e le 4mila del 2019. "Un’analoga riduzione – ha precisato Raffa – non è stata riscontrata nei Comuni delle zone non colpite dall’alluvione". Tra i settori che hanno rallentato maggiormente, c’è la produzione industriale. Una dinamica influenzata anche dalle esportazioni regionali: in termini reali le vendite all’estero hanno subito una contrazione del 3,1%, e questo dipende dalla brusca frenata del commercio mondiale. Rallentano anche gli altri settori: in particolare quello edile, "penalizzato dalla rimodulazione dei bonus fiscali" e dall’attenuazione degli effetti del Superbonus, e i servizi, "per i quali si attenua la spinta post pandemia". Quanto al turismo, "c’è stato un rallentamento – ha detto Marco Gallo, economista e capo della divisione analisi e ricerca economica territoriale –. Le presenze sono aumentate in maniera contenuta rispetto all’anno scorso. Nelle zone costiere c’è stata una lieve riduzione, mentre i numeri degli arrivi sono aumentati ovunque. Quindi, cresce il numero di persone, ma si riducono le presenze, perché si riduce il tempo di permanenza". Ultimo dato di rilievo, quello relativo alla domanda dei mutui da parte delle famiglie, che è poi diminuito per effetto dell’aumento di tassi.
Benedetta Dalla Rovere
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