Basket al PalaDozza, addio senza rimpianti

Concerti, congressi, altri sport: Comune e Bologna Welcome pronti a ospitare nuovi eventi se Virtus e Fortitudo lasceranno la struttura

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Il tempio del basket rischia di restare senza fedeli almeno per una stagione. Quella che dovrebbe partire il prossimo 27 settembre, tra le mille incognite legate al Coronavirus. Ma se addio sarà, quello tra il basket di serie A e il PalaDozza di piazza Manfredi Azzarita, si tratterà di un saluto indolore, o quasi (eccezion fatta per i tifosi: al cuor e ai ricordi non si comanda). Stando infatti alle posizioni dei protagonisti in campo – Virtus e Fortitudo da un lato, Comune e Bologna Welcome dall’altro – nessuno sembra destinato a rimpiangere, o peggio rincorrere, l’altro.

"Vediamo cosa succederà davvero – dice Celso De Scrilli, presidente di Bologna Welcome, commentando le ultime indiscrezioni che vedono la Fortitudo in volo verso la più capiente Unipol Arena di Casalecchio –. Quello che sappiamo lo abbiamo letto dai giornali. Se al PalaDozza il basket di serie A non ci sarà più, per noi non cambierà molto, non siamo preoccupati: ospiteremo altre attività, dagli eventi ai congressi, dai concorsi agli sport diversi dalla pallacanestro".

E le incognite legate al virus, che per ora bloccano tutte le altre attività con grandi numeri di pubblico? "Non è detto che la situazione resterà così per l’intero 2020 – sottolinea De Scrilli –, in Germania ad esempio hanno già fatto ripartire le fiere. Qualcosa si muoverà anche da noi e per questo ci stiamo organizzando". Stessa posizione da Palazzo d’Accursio: avanti come deciso prima della pandemia, dicono dal Comune, con i lavori di ristrutturazione dell’impianto, la realizzazione del Museo del Basket (i cantieri partiranno nei primi mesi del 2021) e l’apertura a tutte le attività sportive che non siano pallacanestro e agli eventi extra-sportivi. Insomma, sembra che il trasloco del basket professionistico dal nido in cui ha raggiunto le sue vette più alte convenga a tutti.

Di sicuro – in attesa di capire come Comune e Bologna Welcome si garantiranno nuovi incassi, atteso che dal basket non arrivavano cifre stratosferiche – conviene alle due società. Che, al di là dei rispettivi progetti di lungo termine di dotarsi di un proprio impianto, lasciando il PalaDozza risolverebbero un problema non da poco, cioè garantire l’ingresso dei loro 5.000 abbonati, sempre che non vengano imposte le porte chiuse a tutto lo sport italiano.

La struttura in Fiera già testata dalla Virtus lo scorso dicembre e l’Unipol Arena di Casalecchio – che veleggiano entrambe sui 9.000 posti a sedere – permetterebbero infatti a Virtus e Fortitudo di aprire gli spalti alla totalità o quasi dei propri abbonati, rispettando le norme di distanziamento tra uno spettatore e l’altro. Cosa che sarebbe impossibile in piazza Azzarita, dove i posti a sedere sono appena 5.570. Ossigeno puro per le casse bianconere e biancoblù, visto che il basket non può contare sulle ricche risorse dei diritti televisivi che ha il calcio e che, almeno per ora, gli aiuti economici del governo alla pallacanestro italiana non sono stati ancora definiti nei dettagli. Anzi.

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