Bologna, Bellocchio: "Racconto il mondo intorno a Moro"

Il regista ha presentato la prima parte di ’Esterno Notte’ nei cinema Rialto e Lumière. Presto sarà in città per girare ’La conversione’

Il regista Marco Bellocchio, presidente della Fondazione Cineteca

Il regista Marco Bellocchio, presidente della Fondazione Cineteca

Bologna, 28 maggio 2022 - Accompagnato dagli oltre dieci minuti di applausi che ne hanno sottolineato la proiezione al Festival del Cinema di Cannes, la monumentale opera di Marco Bellocchio, Esterno Notte, che racconta il dramma del rapimento e dell’uccisione da parte delle Brigate Rosse del leader della Dc Aldo Moro arriva nelle sale. Il regista ha presentato la prima parte della pellicola, pensata originariamente come serie tv, ieri nei cinema Rialto e Lumière, in compagnia del direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli. La seconda parte uscirà il 9 giugno e in autunno sarà su Rai 1 divisa in sei puntate. Oltre a Fabrizio Gifuni nel ruolo di Aldo Moro, ci sono, tra gli attori, Toni Servillo e Margherita Buy.

Bellocchio, è tornato a raccontare l’epopea tragica di Aldo Moro, dopo ’Buongiorno, notte’, che nel 2003, aveva dedicato alla fine dello statista. Che cosa l’ha convinta ad affrontare nuovamente questa storia?

"Nel 2018, in occasione dei 40 anni dalla morte di Moro per mano delle Brigate Rosse, c’è stato un grande ritorno di interesse per quelli avvenimenti, specie da parte delle generazioni che allora non c’erano. Ma il fatto davvero scatenante è stato l’aver guardato una foto di Aldo Moro in estate al mare a Maccarese con la sua famiglia. Sono tutti in costume da bagno, la spiaggia è pienissima. Solo lui, impeccabile, indossa un completo doppio petto di lino. Sembra essere altrove. Forse lo era. Da lì, da questa sua ‘lontananza’ sono partito per ‘Esterno Notte’ Una lontananza che si riflette nelle ambientazioni dei due film Certo, Buongiorno, notte era un film claustrofobico, ossessivo quasi, interiore, tutto incentrato sulla prigionia di Moro, è come se non sapessimo che esiste un ‘esterno’. Ecco, quell’esterno è il vero protagonista della nuova pellicola. Viviamo le vite dei brigatisti, della moglie di Moro, del Papa Paolo VI, dei politici, di una Italia incredula che sino all’esito dell’omicidio ha sperato in un altro epilogo".

Accentuando i risvolti umani, meschini, persino, di molti dei protagonisti di quella vicenda.

"Sì, ho provato a entrare nell’intimo, a svelare che genere di relazioni, che sogni, che illusioni, agitavano la mente delle tante persone coinvolte. Ad iniziare da Adriana Faranda, che faceva parte delle Br, che si divide tra l’ideologia del gruppo terroristico e l’amore per la figlia. Agitata dai dubbi sulla causa, ma anche convinta di non poter più tornare indietro. Lo stesso vale per Francesco Cossiga, che ho descritto, basandomi su testimonianze reali, come un uomo misterioso, chiuso in se stesso, capace di passare tempi lunghissimi da solo in uno stanzino buio".

Come ha scelto gli attori?

"Fabrizio Gifuni doveva essere Aldo Moro, non c’erano alternative, si è immedesimato sino all’ossessione, come aveva già fatto nell’opera teatrale Con il vostro irridente silenzio. Toni Servillo è uno dei più grandi attori che conosco, apparentemente lontanissimo dalla figura di Paolo VI. Quando gli ho chiesto di interpretarlo, mi ha detto, ‘Bene, ma vorrei farlo con un approccio brechtiano’. Gli ho risposto, ‘La parte è tua, ma voglio che tu sia più discreto, meno brechtiano’. Così è stato. Margherita Buy mi ha impressionato. Legavo il suo volto alla migliore commedia italiana, invece, si è dimostrata capace di una durezza inquieta e dolorosa".

A fine giugno sarà a Bologna per il suo nuovo film.

"Finalmente inizieremo a girare ‘La conversione’, il film che avrebbe dovuto fare Stephen Spielberg sulla storia di Edgardo Mortara, il bambino di una famiglia ebrea che fu rapito nella sua casa di Bologna dagli emissari del Papa nel 1858 per essere portato a Roma e convertito forzatamente al cristianesimo. Ci sarà molta Bologna, anche se l’abitazione originale della famiglia Mortara non esiste più".

 

 

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