Biagio Carabellò, il report della criminologa Bruzzone: "Non si è ucciso, ecco perché"

Il lavoro sulla morte dell'operaio della Bolognina verrà consegnato in Procura

Biagio Carabellò

Biagio Carabellò

Bologna, 29 aprile 2022 - Tutti i dubbi ancora non chiariti sulla scomparsa e la morte di Biagio Carabellò in un report. Il lavoro, redatto dalla criminologa Roberta Bruzzone con Martina Radice e il contributo degli avvocati della famiglia di Biagio, Barbara Iannuccelli per la sorella Susanna e Antonio Maisano per il fratello Sergio, verrà consegnato in Procura, "perché se non si fa giustizia su Carabellò – le parole dell’avvocato Iannuccelli – è un problema per tutta Bologna, perché significa che un tassello della sicurezza è scoperto".

Le ossa ritrovate dopo anni al Parco Nord

La vicenda di Carabellò inizia il 23 novembre del 2015, quando l’operaio della Bolognina scompare nel nulla. Per riapparire, ormai solo ossa, in un canale al Parco Nord ad aprile 2021. In mezzo, anni di indagini e la scoperta di un testamento falsificato, che ha portato alla condanna di Simona Volpe, indagata assieme al coinquilino di Biagio, Athos Scaramuzza, per l’omicidio del quarantaseienne.

Il video degli investigatori al lavoro

"La tesi del suicidio non può essere supportata solo dal fatto che Biagio ci avesse provato in passato, perché le modalità non sono le stesse", ha detto la Bruzzone, ribadendo l’incompatibilità "tra gli ultimi gesti di Biagio e una volontà suicidiaria. Lui non è andato da sé al Parco Nord. Gli è successo qualcosa in casa". "Ci sono elementi indiziari molto forti – ha concluso l’avvocato Maisano – che legittimano un rinvio a giudizio". "Io dal primo momento ho sentito che Biagio non si era ucciso – le parole della sorella Susanna – e ringrazio chi sta combattendo con me per non fare archiviare la verità".

 

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