A una settimana dal successo della Martha Graham Dance Company, il trittico Contemporary Visions chiude la stagione del Comunale Nouveau stasera e domani (ore 20.30) con il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, che si è esibito nella nostra città l’ultima volta negli anni Cinquanta. Ammirata guest della troupe americana, a Bologna torna anche l’étoile Eleonora Abbagnato, questa volta investe di direttrice, con un programma a trittico che – ci aveva detto – ben rappresenta la varietà della scena attuale con Within the Golden Hour di Christopher Wheeldon, Chacona di Goyo Montero, Bolero di Krzysztof Pastor, permettendole di mettere in luce tutti i suoi ballerini. Tra loro l’étoile della compagnia Rebecca Bianchi, che ci ha presentato la serata alla vigilia del debutto bolognese raccontandoci qualcosa anche della sua carriera e della sua vita.
Signora Bianchi, tra i 14 danzatori in coppie la sua presenza spicca nel balletto in un atto dell’inglese Wheeldon. Che atmosfere danzerete?
"Il balletto ha le sfumature notturne di un’alba o di un tramonto e un andamento romantico, tra le luci soffuse e le tinte delicate dei costumi. Per me e per il mio partner, il primo ballerino Michele Satriano, è molto emozionante; anche il pubblico ne rimane toccato, come è accaduto nelle recite all’Opera di Roma da poco concluse. Merito anche della partitura, oltre che di Vivaldi, di Ezio Bosso: una musica di oggi, piena di anima, molto ballabile, che ‘entra’ nei nostri movimenti. Lavorando con Wheeldon in sala, abbiamo conosciuto la sua profondità e sensibilità, seguendolo nell’attenzione che ci chiedeva per i piccoli gesti, tutt’uno con la musica".
Di Chacona, con Bach eseguito dal vivo da tre musicisti dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, lei non è interprete, ma l’avrà osservato in prova e dietro le quinte.
"Sì. Benché privo di narrazione è un brano che trasmette emozioni forti, contrastanti. I toni scuri delle luci e dei costumi creano di per sé una sorta di coreografia. Il pubblico rimane impressionato, confermando il talento di Montero, spagnolo, ma internazionale per fama".
In Bolero, del polacco Pastor, sulla celebre partitura di Ravel, lei torna protagonista.
"Pastor ha voluto impostare la sua versione sulla centralità di una coppia, interpretata da me e dal primo ballerino Claudio Cocino, della quale manifestiamo intimità e contrasti. Intorno il corpo di ballo, nell’intensità dei costumi scarlatti e del palco a tinte gialle".
Cifre molto diverse. È difficile misurarsene da étoile?
"Sì, lo è, emotivamente e tecnicamente. Così come passare dal classico al contemporaneo:
il classico dona raffinatezza al contemporaneo; il contemporaneo regala libertà al classico. E proprio queste diversità ci permettono di scoprire i nostri tanti volti di artisti della danza".
Per il suo debutto a Bologna che aspettative ha e come si organizza da étoile mamma di quattro bambini?
"Essendo nata a Parma conosco il calore del pubblico emiliano. Per l’organizzazione familiare, beh, questa volta ho promesso ai bimbi più piccoli di accompagnarmi a Bologna. Un po’ complicato, ma non impossibile".
Valentina Bonelli