Bologna, all'Istituto Parri i libri e le carte di Nazario Sauro Onofri

Partigiano, scampato all'arresto nel 1944, Nazario Sauro Onofri ha dedicato la vita alla ricerca e alla storia del movimento antifascista e della Resistenza

L'istituto Parri in via Sant'Isaia (Foto Schicchi)

L'istituto Parri in via Sant'Isaia (Foto Schicchi)

Bologna, 20 aprile 2018 - C’è un nuovo fondo all’Istituto Parri a disposizione della cittadinanza e degli studiosi. Si tratta del deposito intitolato a Nazario Sauro Onofri la cui famiglia deciso di affidare, all’istituto di via Sant’Isaia, sia la biblioteca sia il materiale frutto delle ricerche condotte dallo stesso Nazario Sauro Onofri in occasione delle sue diverse pubblicazioni.

E per un patrimonio di grande valore che troverà a casa all’Istituto Parri, un altro è ancora nel limbo. Sono i 35.000 volumi di cui 1.200 preziosissime antichità della biblioteca di Umberto Eco che l’intellettuale, scomparso due anni fa, ha raccolto nell’arco di una vita. Una proposta arrivata dall’Alma Mater che ha trovato sponda nella Fondazione Carisbo che potrebbe farsi carico almeno di una parte del finanziamento necessario per rilevare dagli eredi l’immenso patrimonio. Quanto al nuovo fondo al Parri, la scelta della vedova Elvira Bergossi e dei figli Gino e Piero nasce dalla volontà di onorare la figura di partigiano (uno dei più giovani del bolognese), di giornalista attento alla storia di Bologna e di prolifico studioso del movimento antifascista ed anche degli aspetti della vita della città nel secolo scorso. Nazario Sauro Onofri è stato militante delle formazioni di Giustizia e Libertà; faceva parte della 8° brigata GL Masia, nel settembre 1944, fu arrestato insieme ad una ventina di partigiani del Partito d’Azione, per la delazione di due infiltrati e solo la giovane età gli salvò la vita, mentre il padre Gino, arrestato insieme a lui, sarebbe morto a Mauthausen. A partire da questo episodio, Onofri ha dedicato la sua esistenza alla ricerca e alla storia del movimento antifascista e della Resistenza consegnandoci, tra le altre, opere che sono ancora fondamentali come il monumentale Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese: 1919-1945, curato con Alessandro Albertazzi e Luigi Arbizzani. Ha studiato il fascismo e le sue origini, tra le altre pubblicazioni, con La strage di palazzo d’Accursio. Origine e nascita del fascismo bolognese (1919-1920), la Bologna del dopoguerra tra gli altri lavori con Le due anime del cardiale Lercaro. Ha affrontato temi delicati come Ebrei e fascismo a Bologna, o coraggiosamente questioni come Il triangolo rosso 1943-1947. La verità sul dopoguerra in Emilia-Romagna attraverso i documenti d’archivio. E ancora La grande guerra nella città rossa. Ha condotto studi legati alla sua appartenenza alla cultura politica liberalsocialista, come La nascita del Psi a Bologna, o ancora Dal frontismo al riformismo. La lotta autonomista nel Psi di Bologna (1947-1959). Ricerche legate alla sua professione di giornalista riguardano la storia della stampa, come Giornali e giornalisti in Emilia Romagna, studiati in due volumi dal 1905 al 2005, o I giornali della liberazione a Bologna (1945-1947), o ancora La campagna antisemita nei giornali bolognesi e I giornali bolognesi nel ventennio fascista.  

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