Bici, auto e sicurezza: più controlli

I controlli sono ‘missing in action’, dispersi in azione. Se ne vedono pochi, o c’è la percezione che non siano sufficienti a rimettere in equilibrio certe situazioni. Un altro lettore lamenta che la scarsità dei controlli verso gli automobilisti penalizza chi viaggia in bicicletta, e cita l’ultimo morto eccellente, il ciclista campione appena uscito dalle competizioni Davide Rebellin, travolto da un camionista che non si è nemmeno fermato. È anche vero che, se chi pedala sulle strade extraurbane è in regola, non si può dire altrettanto per i ciclisti metropolitani, che forse si sentono protetti perché si muovono in città, dove non ci sono strade a grande scorrimento e automobilisti che si credono iscritti a un Gran Premio. Alcune sere fa ho percorso via Indipendenza a piedi. Ho contato 14 biciclette in transito nei due sensi di marcia. Una viaggiava sotto i portici, 12 erano prive di segnaletica luminosa e solo 2 erano provviste di regolari fanali anteriori e posteriori. Almeno 4 di tutte queste viaggiavano contromano. Una pattuglia di vigili ha percorso la via: nessun ciclista è stato fermato. Fermare i ciclisti irregolari forse non è politicamente corretto? Restiamo in attesa di risposta. Certo è più rapido, facile e vantaggioso economicamente multare gli automobilisti con gli autovelox. Resta il fatto che le strade, soprattutto fuori città, vanno rese più sicure per le bici, mettendo in atto più controlli. Buon viaggio a tutti.

mail: beppe.boni@ilcarlino.net

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