Biennale di Venezia, la Cineteca protagonista

Il lavoro dell’artista franco-algerina Zineb Sedira sul cinema anni ‘60 e ‘70, premiato all’esposizione, ha preso forma sotto le Torri

di Benedetta Cucci

Il padiglione francese della Biennale d’arte di Venezia ha un cuore bolognese. Il tributo dell’artista franco-algerina Zineb Sedira al cinema degli anni Sessanta e Settanta, visto come una rilevante arma politica di critica al colonialismo e capace di unire negli intenti Algeria, Francia e Italia, ha preso forma alla Cineteca di Bologna tre anni fa, trasformandosi poi nell’installazione immersiva I sogni non hanno titolo, che si può vedere ai Giardini della Biennale e che proprio ieri ha ricevuto la prima menzione speciale, perché "mostra nuovi scenari di rivendicazione identitaria e cooperazione".

Sedira, fotografa e videoartista femminista, arrivò in via Riva Reno nel 2020 per fare ricerca negli archivi, sotto la guida esperta di Cecilia Cenciarelli (parte della direzione tetrarchica del Cinema Ritrovato) ed Elena Correra, responsabili dei progetti speciali. La richiesta fu quella di poter avere accesso a una filmografia italo-algerina da cui scegliere alcuni titoli, che avrebbe poi utilizzato per l’installazione, dove ha effettivamente ricreato scenograficamente scene dei film e utilizzato spezzoni per il suo lungometraggio.

Naturalmente il primo e più famoso film italo-algerino che viene utilizzato è La Battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo (restaurato dalla Cineteca e dall’Istituto Luce nel 2016), premiato con risentimento dei francesi alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1966 col Leone d’Oro. "È dedicato anche alla Mostra del cinema questa opera – spiega Sedira – che ebbe il coraggio di premiare il film".

Ma portando avanti la ricerca, è stato un altro titolo a catturare lei e al contempo le due ricercatrici. Si tratta di Les Mains Libres di Ennio Lorenzini del 1964, una copia 35mm conservata negli archivi AAMOD - Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico.

È stato il primo film prodotto nella nuova Algeria liberata nel 1962, voluto dagli attivisti. Un gioiello che è stato restaurato in 4K dalla Fondazione Cineteca presso L’Immagine Ritrovata, in associazione con Casbah Entertainment (con un ringraziamento speciale a Zineb Sedira, Institut français e Cinémathèque d’Alger), che verrà proiettato al festival del Cinema Ritrovato di giugno.

"Zineb Sedira – racconta Elena Correra – ci diceva: ‘voglio andare a toccare e annusare i film’. Come in cerca di un’esperienza sensoriale, e questo seguendo l’idea di come le tre culture di Italia, Francia e Algeria si siano intersecate dal punto di vista cinematografico negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta".

E prosegue: "Abbiamo trovato 15 titoli, poi lei ha scelto il film di Pontecorvo, quello di Lorenzini che era scomparso dalla storia del cinema e Ballando Ballando di Ettore Scola". Di quest’ultimo ha ricostruito una scena- quella della sala da ballo, che accoglie i visitatori al padiglione della Francia.

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