REDAZIONE BOLOGNA

Bimba rapita e nascosta in Spagna. Indagata anche l’avvocato Zaccaria

Bimba rapita e tenuta nascosta in Spagna per 11 anni, tra gli indagati c’è anche l’avvocato Susanna Zaccaria, ex assessore...

La piccola è stata portata via dalla madre quando aveva tre anni, oggi ne ha tredici In Spagna vita da recluse e nessun accesso alle strutture pubbliche

La piccola è stata portata via dalla madre quando aveva tre anni, oggi ne ha tredici In Spagna vita da recluse e nessun accesso alle strutture pubbliche

Bimba rapita e tenuta nascosta in Spagna per 11 anni, tra gli indagati c’è anche l’avvocato Susanna Zaccaria, ex assessore del Comune di Bologna, per concorso in sequestro e sottrazione internazionale di minore: c’è un procedimento in corso e preferisce non commentare, dice Zaccaria, contattata dal Carlino.

La minore è stata tenuta nascosta con una falsa identità e senza raccontarle la sua storia. Sono stati arrestati nei giorni scorsi per sequestro di persona aggravato e sottrazione internazionale di minore la madre della piccola, il suo attuale compagno, la nonna e un altro familiare.

Stando alle accuse della Procura di Milano, la bimba, oggi 13enne, sarebbe stata portata via quando aveva appena tre anni, dopo che, in seguito a querele e controquerele dei genitori, il Tribunale di Milano nel 2014 ne aveva disposto l’affidamento al Comune con collocamento presso la madre. A quel punto la donna, 40 anni, si era allontanata con la figlia.

A far partire le indagini, nel giugno del 2023, era stato il padre della piccola, denunciando la ex compagna e portando agli investigatori alcuni dati raccolti tramite indagini difensive per provare che la piccola era trattenuta all’estero. La mamma, infatti, che nel 2019 è stata condannata in via definitiva in un separato procedimento per mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice e sottrazione di minore, si trovava a Valencia.

A quanto emerso dalle indagini, la 40enne e il compagno, finiti entrambi in carcere, crescevano la piccola senza documenti, attribuendole false generalità e impedendole così l’accesso alle strutture pubbliche, tra cui anche ospedali e associazioni sportive o culturali, e alla scuola.