Bio-On, Marco Astorri lascia tutte le cariche

Il fondatore della società di bioplastiche non risponde al gip, presentate le dimissioni da tutte le cariche societarie. I legali chiedono la revoca dei domiciliari

Marco Astorri, presidente di Bio-On (Pressphoto)

Marco Astorri, presidente di Bio-On (Pressphoto)

Bologna, 28 ottobre 2019 - Questa mattina, Marco Astorri si è presentato davanti al gip Alberto Ziroldi. Il presidente e fondatore di Bio-On, l’azienda di bioplastiche quotata in Borsa finita nella bufera la scorsa settimana, difeso dal professor Filippo Sgubbi e dall’avvocato Tommaso Guerini, si trova ai domiciliari, arrestato mercoledì scorso dalla Guardia di finanza per manipolazione del mercato e false comunicazioni sociali, e oggi è comparso davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia nel corso del quale si è avvalso della facoltà di non rispondere, "riservandosi di chiedere quanto prima un interrogatorio al pm, nel quale verrà depositata una memoria tecnica volta a confutare le accuse che gli sono mosse".

A spiegarlo sono i suoi legali Filippo Sgubbi e Tommaso Guerini. Astorri ha presentato le dimissioni da tutte le cariche societarie all'interno di Bio-on, i legali "hanno presentato richiesta di sostituzione della misura degli arresti domiciliari con altra meno afflittiva, ritenendo non più sussistenti i requisiti dell'attualità delle esigenze cautelari e della proporzionalità di tale misura".

Anche il vicepresidente di Bio-on, Guy Cicognani, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al Gip. Difeso dagli avvocati Guerini e Sgubbi, ha nominato un consulente tecnico. Chiederà l'interrogatorio al pm, depositando una nota tecnica. Cicognani ha una misura cautelare interdittiva, così come il presidente del collegio sindacale, Gianfranco Capodaglio. Quest'ultimo ha risposto alle domande del gip, come confermato dal suo difensore, il professor Nicola Mazzacuva. L'interrogatorio è durato poco più di venti minuti e il legale non ha aggiunto altro.

A quasi una settimana dal blitz delle Fiamme Gialle, oltre agli azionisti che hanno visto crollare il titolo (e quindi andare in fumo i propri risparmi), la preoccupazione è per i dipendenti dell’azienda, che vede impiegati un centinaio di lavoratori tra lo stabilimento di Castel San Pietro e gli altri del Bolognese. Venerdì, un’ottantina di dipendenti si sono ritrovati in assemblea per discutere del futuro dell’azienda, di cui si parlerà il prossimo 16 novembre a un tavolo organizzato in Comune a Castel San Pietro, alla presenza di rappresentanti della Regione, sindaci dei comuni coinvolti e ci si aspetta anche di un rappresentante per la Bio-On. Che, in questo momento, è affidata a un custode giudiziario e continua la produzione, malgrado l’incertezza, soprattutto sugli stipendi, sia tanta. Motivo per cui i sindacati chiederanno al più presto anche un incontro con l’amministratore nominato dal tribunale. Sul fronte degli azionisti, le nuvole all’orizzonte sono altrettanto cupe. Con l’inchiesta piombata su Bio-On se ne sono andati in fumo 400 milioni, con 10mila piccoli risparmiatori che adesso stanno valutando una class-action per riuscire a recuperare almeno parte dei risparmi bruciati dal collasso del titolo in Borsa, che il giorno dopo l’arresto dei vertici di Bio-On ha congelato le azioni a tempo indeterminato. Il Codacons ha deciso di attivarsi a tutela dei risparmiatori e dei soggetti danneggiati, costituendosi parte offesa qualora si arrivi a processo.

A tal proposito, è stato organizzato, per il 6 novembre, alle 18, all’hotel Bologna Airport, un incontro per istruire i risparmiatori su quanto necessario fare in vista di una causa penale. Anche il Comune di Bologna è pronto a rivalersi su Bio-On: l’azienda, nel 2015, ottenne il premio Rusconi, un finanziamento da 85mila euro e ora, come spiega l’assessore Matteo Lepore «di fronte a qualsiasi evidenza, assumeremo tutte le necessarie procedure per tutelarci».

AGGIORNAMENTO Il tribunale dichiara il fallimento di Bio-on

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