CronacaBio On, lavoratori in silenzio. Piccoli azionisti sulle barricate. Titolo sospeso

Bio On, lavoratori in silenzio. Piccoli azionisti sulle barricate. Titolo sospeso

L’azienda di bioplastica è aperta: la gestisce un custode giudiziario nominato dal tribunale. Il titolo intanto è sospeso a tempo indeterminato

La Guardia di Finanza al lavoro nella sede di Bio-On, a Gaiana di Castel San Pietro

La Guardia di Finanza al lavoro nella sede di Bio-On, a Gaiana di Castel San Pietro

Bologna, 24 ottobre 2019 - Bio-On è aperta oggi e intanto il titolo è stato sospeso a tempo indeterminato. Sono al lavoro i cento dipendenti dell’azienda al civico 1900 di via Legnana, a Gaiana di Castel San Pietro. Nello stabilimento che svetta tra i campi e le stradine serpeggianti di campagna, si intravedono i lavoratori all’opera, caschetto giallo antinfortunio in testa e divisa catarifrangente addosso. Ma appena arrivano i giornalisti, il piazzale si svuota. Alcuni dipendenti che si attardano e provano ad avvicinarsi ai cronisti vengono immediatamente richiamati all’interno dell’azienda con gesti impazienti dai colleghi. "Non possiamo parlare, non vogliamo perdere il lavoro", ripetono tutti. Scende il silenzio.

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Nella sede di Bio-On Plants Srl, cuore dell’inchiesta della Guardia di Finanza e coordinata dalla procura ’Plastic Bubbles’ per cui ieri sono state eseguite tre misure cautelari, tra cui l’arresto ai domiciliari del presidente del consiglio di amministrazione Marco Astorri, è stato dato ordine dall’alto di non commentare nulla.

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Resta solo il portinaio, nella sua postazione all’ingresso del parcheggio. Ma anche lui: "Non posso rispondervi, andate via, non fatemi perdere il lavoro", ripete allargando le braccia. Due facchini spiegano: "Stamattina siamo arrivati e c’era la Guardia di finanza. Nessuno ci aveva detto nulla... Tra i lavoratori si respirava un po’ di tensione, ma poi se ne sono andati e tutti hanno ripreso a lavorare normalmente".

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Chi arriva dopo di loro nel piazzale di via Legnana sa già chi siamo, la voce si è sparsa: quasi tutti riferiscono di lavorare per un’altra azienda e solo un paio, con addosso un’inconfondibile maglietta con sopra il logo ‘Bio-On’, non può dire dire diversamente. "Ci hanno detto che non possiamo parlarvi. Ora lasciamo che chi di dovere faccia il proprio lavoro", spiegano riferendosi al tribunale. Ma c’è preoccupazione per le sorti dei dipendenti? "Forse un po’, anzi – si corregge –, no, il clima è sereno".

Già ad agosto la Procura ha chiesto al tribunale del lavoro di prendere i provvedimenti previsti dall’articolo 2409 del codice civile: dopo aver sentito in camera di consiglio gli amministratori, è stata disposta l’ispezione per sostituire gli organi sociali dell’azienda. Un’attività ancora in corso, che ha visto la nomina di un custode giudiziario, cui verranno affidate le azioni sequestrate ai soci. Ora, starà a lui convocare un’assemblea per nominare un nuovo amministratore. Le misure cautelari hanno di fatto ’blindato’ le azioni, «per tutelare mercato e investitori», spiega la Procura.

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Ma i piccoli azionisti fremono. "All’eventuale processo ci costituiremo parte civile, qualcuno deve rispondere di quanto abbiamo subìto – riferisce uno di loro, Maurizio Tassani –. Siamo distrutti. Chi ci rimetterà, in questa storia, siamo noi, una quarantina di privati, persone che hanno investito i risparmi di una vita, cento, 150mila euro. Fino a pochi giorni fa ci rassicuravano, dicendo che quelle del fondo Quintessential erano menzogne e che dal punto di vista finanziario tutto era in regola. Balle, siamo stati abbindolati da persone in malafede. Credevamo davvero di risolvere il problema della plastica nel mondo, invece ci è caduto sulle spalle un fardello insostenibile".

Titolo sospeso a tempo indeterminato

Borsa Italiana ha reso noto che i titoli di Bio-on "sono sospesi a tempo indeterminato dalle negoziazioni". La decisione arriva dopo che la procura di Bologna ha emesso la serie di misure cautelari nei confronti del gruppo della bioplastica e dei suoi vertici.

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