Bio On si fa bella per i nuovi proprietari

Scaduti i termini per l’opposizione al concordato, si attende dal tribunale l’omologa per l’acquisizione da parte della Maip

Bio On si fa bella per i nuovi proprietari

Bio On si fa bella per i nuovi proprietari

Bio On si fa bella. Mentre si attende, a brevissimo, la decisione del tribunale sul giudizio di omologa, il ’nulla osta’ alla conclusione del concordato proposto dall’azienda di polimeri torinese Maip Compounding per acquistare la start up di Castel San Pietro, i – pochissimi – lavoratori rimasti stanno ripulendo gli impianti, gli strumenti e i locali della sede dell’ex ’unicorno’ delle bioplastiche. La start up arrivata a valere più di un miliardo in Borsa, come è noto, è fallita nel 2019 a seguito dell’inchiesta della Guardia di finanza per cui ora stanno affrontando il processo di primo grado, con l’accusa di bancarotta fraudolenta, manipolazione del mercato e tentato ricorso abusivo al credito, nove persone tra cui l’ex presidente Marco Astorri, il vice Guido Cicognani, il presidente del collegio sindacale, poi revisori dei conti e membri del consiglio.

A settembre, l’azienda piemontese aveva messo sul piatto 17 milioni di euro per rilevare l’intero pacchetto, comprensivo di attivi e dell’impianto di Castel San Pietro. Dopo il parere positivo dei curatori e il sì dei creditori, con il 74 per cento di voti favorevoli, a dicembre il giudice delegato Fabio Florini diede trenta giorni di tempo per opporsi al giudizio di omologazione. Giorni che ora sono scaduti. Le opposizioni, esclusivamente di natura formale, potevano essere presentate da qualunque persona interessata entro la mezzanotte di sabato scorso; il decreto non è stato ancora emesso, in linea con i tempi tecnici del tribunale, ma stando agli ultimi aggiornamenti non dovrebbero esserci state opposizioni. Tant’è che appunto i dipendenti di Bio On – sono rimasti in undici, di cui tre della Spa, cioè due ricercatori e un tecnico, e otto nella Srl, due manutentori delle apparecchiature e sei conduttori, attualmente addetti alle pulizie – si sono messi al lavoro per ’risistemare’ l’azienda da mesi congelata in vista di un possibile arrivo, a stretto giro, dei futuri proprietari.

Se infatti l’omologa verrà confermata, tra procedure fallimentari della Spa, acquisizione della Srl e ulteriori 15 giorni previsti dall’iter in tribunale, la speranza dei lavoratori è che a fine febbraio Maip possa prendere possesso dei beni, non con una cessione immediata, ma in esercizio provvisorio per la gestione del concordato. "Attendiamo con ansia la conferma del tribunale – anticipa Vittorio Caleffi (nella foto) del sindacato Uil –, dopo di che provvederemo immediatamente a chiedere un tavolo con l’azienda torinese, per farci spiegare i progetti futuri", precisa il sindacalista. Se tutto si incanalasse per il verso giusto, si potrebbe pensare persino di ripartire con le prime attività di campionatura a fine estate e poi avviare l’impianto principale di produzione l’anno prossimo. Una speranza che potrebbe concretizzarsi a breve. La palla è ancora in mano al tribunale.

f. o.

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