Bio on: deserta la prima asta fallimentare da 95 milioni

I curatori fallimentari: "Interesse da parte di importanti società italiane ed estere". Il sindaco Tinti: "Subito un secondo ’round’"

La Guardia di Finanza entra nello stabilimento della Bio on di Castel San Pietro

La Guardia di Finanza entra nello stabilimento della Bio on di Castel San Pietro

Castel San Pietro (Bologna), 6 maggio 2021 - Prima partita a reti bianche. Si chiude con un nulla di fatto l’asta per Bio on, ’l’unicorno’ delle startup con sede a Castello. Nessuna offerta quindi ieri per la società di bioplastiche fallita – e con i suoi ex vertici al centro di un’inchiesta per manipolazione del mercato e false comunicazioni sociali –, il cui valore era stato stimato (come base d’asta) in 95 milioni per l’intero complesso aziendale.

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"Prendiamo atto che il primo tentativo di vendita dell’intero complesso aziendale è andato deserto sul valore determinato in circa 95 milioni di euro – commentano i curatori fallimentari Luca Mandrioli ed Antonio Gaiani, che hanno traghettato fin qui il colosso –. Un valore frutto di una stima effettuata dai consulenti della procedura, e come tale trattasi di una mera valutazione". Secondo i curatori però i presupposti sarebbero incoraggianti: "Rileviamo un significativo interesse da parte di importanti società italiane ed estere, per i vari accessi alla data room sia per le richieste di visione del fascicolo fallimentare".

Per questo motivo, il sindaco castellano Fausto Tinti, invita ad "andare avanti, subito con un secondo round di breve durata con ribasso d’asta perché gli interessati ci sono e sono importanti. Ho piena fiducia – conclude – nei curatori Gaiani e Mandrioli per raggiunere il traguardo della vendita nell’interesse di tutti: lavoratori in primis, investitori e istituzioni". Proprio su questo punto i ’commissari’, in una nota resa pubblica ieri mattina, hanno voluto sottolineare che proseguiranno "con l’esercizio provvisorio al fine di continuare a garantire la manutenzione del sito produttivo e la conservazione dei principali assets della procedura continuando altresì ad anticipare direttamente ai lavoratori in cassa integrazione il trattamento salariale fis-Covid. Siamo a completa disposizione del mercato - proseguono - in ottica di ulteriori ipotizzabili iniziative".

Già, perché la sede castellana, proprio per il suo potenziale, in Borsa, si era guadagnato il titolo di Unicorno perché nell’estate 2018 arrivò al massimo di sempre, con una capitalizzazione di 1,3 miliardi di euro. Al momento non trapela però nessuna indiscrezione sui potenziali interessati all’acquisto di Bio on, il cui valore, ricordiamo è stato stimato in 94.956.796 euro per per stabilimento, brevetti, marchi, partecipazioni, attrezzature e tutto il ‘sapere’ dell’azienda.

Il Siti, Sindacato italiano per la tutela dell’investimento e del risparmio di Milano, che rappresenta e tutela oltre mille azionisti ed ex azionisti Bio on, "preso atto che la tornata di asta odierna è andata deserta, annuncia il lancio di un progetto teso alla costituzione di una Spac, denominata ‘Phoenix’, riservata in primis, ma non esclusivamente, agli azionisti di minoranza Bio-on e finalizzata all’acquisizione in asta dell’impianto produttivo, e dei relativi brevetti, dal fallimento’ della società‘con l’obiettivo di consentire loro la partecipazione al rilancio dell’attività’, tramite un veicolo finanziario, del tutto nuovo e indipendente rispetto alla pr ecedente compagine di controllo".

Phoenix Spac, spiega il sindacato, "potendo contare fin da subito sui vantaggi garantiti dall’apporto economico-finanziario di un nuovo azionariato e dalle capacità specifiche imprenditoriali del nuovo soggetto industriale, potrà inoltre aspirare sin da subito ad una rapida quotazione all’Aim".  

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