Bio On, tutte le accuse dell’ex vicepresidente

Durissima arringa dei legali di Cicognani contro Consob,. Procura, revisori. Lunedì. tocca ad Astorri, poi la sentenza

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Un attacco frontale, dirompente, che non ha risparmiato nessuno; dalla Consob alla Procura. Per ribadire l’estraneità dalle accuse mosse nei confronti di Guido Cicognani, vicepresidente dell’ex colosso della bioplastica Bio On fallito nel 2019. A farlo, davanti al gip Maria Cristina Sarli chiamata a decidere il suo destino e quello di altri nove imputati accusati a vario titolo di manipolazione del mercato e bancarotta fraudolenta, sono stati gli avvocati dell’ex numero due: Luigi Panella e Paolo De Miranda. Un’arringa durissima partita con affondi diretti verso Maurizio Salom (il commercialista incaricato da Quintessential di rendere un parere su Bio On), "che aveva incarichi in Novamont", società rivale di Bio On, chiamato in causa per i suoi "conflitti di interesse". "Bio On – hanno spiegato i legali – aveva un prodotto rivoluzionario nel campo della plastica, biodegradabile in acqua e la concorrente Novamont l’ha voluta fare fallire".

Tra le intercettazioni citate in aula, anche quella dove lo stesso Salom, parlando con un suo interlocutore, poco prima che scoppiasse pubblicamente il caso dell’ex unicorno, quasi annunciò le catture: "Il nostro avvocato ci ha riferito che ora li arrestano tutti". "E come faceva a saperlo", chiosano gli avvocati di Cicognani? Nel calderone finiscono anche i curatori fallimentari e soprattutto la Consob che "dopo aver analizzato per tre volte i bilanci di Bio On" negli anni 2014-2016-2018, senza segnalare anomalie, "ora si costituisce parte civile e ci chiede i danni". Un castello accusatorio – qui il riferimento ai pm dell’inchiesta, l’aggiunto Francesco Caleca e il sostituto Michele Martorelli che due udienze fa hanno chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati – che, sempre per gli avvocati Panella e De Miranda, non reggerebbe.

Prima della difesa di Cicognani, che ha chiesto il dissequestro delle azioni e di vari beni, è stata la volta degli avvocati di Gianni Bendandi, revisore di Pricewaterhouse, e Gianfranco Capodaglio, presidente del collegio sindacale. Si torna in aula lunedì quando a parlare toccherà all’avvocato Tommaso Guerini per Marco Astorri, ex numero uno di Bio On, poi il gip si ritirerà per decidere sul rinvio a giudizio degli imputati e sulla richiesta di patteggiamento (unica) di Alberto Rosa, il revisore di Ernst & Young (1 anno e 6 mesi).

La bufera divampò tre anni fa quando la Finanza arrestò il cofondatore e presidente del Cda Astorri, mentre il vice Cicognani e il presidente del Collegio sindacale Capodaglio furono interdetti dall’esercizio dei ruoli aziendali (poco dopo Astorri diede le dimissioni e la misura fu ridimensionata in divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi). Furono sequestrati preventivamente anche 150 milioni di euro tra immobili, auto e conti correnti, sequestri poi in parte cancellati dal Tribunale del Riesame.

Nicola Bianchi

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