Bio On, un mese e mezzo per chiudere il processo

Il giudice Sarli, per velocizzare i tempi, ha stabilito di calendarizzare le udienze. Dal 16 maggio si torna in aula ogni lunedì per le successive sei settimane

Il fondatore ed ex presidente di Bio On Marco Astorri, imputato nel processo

Il fondatore ed ex presidente di Bio On Marco Astorri, imputato nel processo

Dal 16 maggio, ogni lunedì per sei settimane, l’aula bunker della Dozza ospiterà un’udienza del processo Bio on. Lo ha deciso, ieri mattina, il giudice Maria Cristina Sarli per concentrare i tempi di questo primo grado, già abbastanza dilatati.

Nel processo sul crac di Bio On, l’ex start up ‘unicorno’ di Castel San Pietro Terme, fallita il 19 dicembre 2019 dopo le indagini innescate da un attacco del fondo Usa Quintessential, oltre al fondatore ed ex presidente della società Marco Astorri, difeso dall’avvocato Tommaso Guerini, ci sono altri nove imputati, accusati a vario titolo - fin qui - di manipolazione del mercato e false comunicazioni sociali. Si tratta del vice di Astorri Guido Cicognani e poi Gianfranco Capodaglio, presidente del collegio sindacale; il revisore Pricewaterhouse Gianni Bendandi, Vittorio Agostini, Pasquale Buonpensiere, Vittorio Folla, Gianni Lorenzoni, Giuseppe Magni e Alberto Rosa.

Ieri mattina in udienza si sarebbero dovute affrontare alcune questioni preliminari, tra cui la richiesta del procuratore aggiunto Francesco Caleca e del pm Michele Martorelli di riqualificare l’accusa di falso in bilancio in bancarotta impropria e di contestare, in aggiunta, anche i reati di ricorso abusivo al credito e di bancarotta per distrazione. Tuttavia, i legali delle società di revisione PricewaterhouseCoopers e Ernst and Young, verso i quali nella scorsa udienza iI giudice aveva accolto la richiesta di citazione come responsabili civili, ieri mattina hanno sollevato un’eccezione in merito alla tardività delle notifiche. Eccezione accolta dal giudice, che ha aggiornato l’udienza al prossimo 16 maggio, stabilendo anche la calendarizzazione delle udienze successive, con cadenza settimanale, ogni lunedì per sei settimane. Una decisione tesa a velocizzare il processo, visti i tempi lunghi e la mole di imputati, parti lese e testimoni.

Nel procedimento, sulle oltre mille richieste presentate di costituzione di parte civile, il giudice Sarli ha accolto tutte quelle degli azionisti – intesi sia come persone fisiche, sia come società – tra i quali ci sono nomi noti come l’ex rettore e presidente di Genus Bononiae, Fabio Roversi-Monaco, la società Ima di Alberto Vacchi e l’ex presidente de La Perla, Alberto Masotti. Sono state respinte, invece, le richieste di costituzione di parte civile presentate dai cosiddetti enti rappresentativi, come le associazioni di categoria e quelle dei consumatori: Adusbef, Assoconsum, Codacons e Banca Finnat.

Nicoletta Tempera

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