
Chiusura delle indagini per gli attvisti che si riversarono in stazione il 28 maggio .
Nel corso di una protesta pro-Palestina occuparono i binari della stazione di Bologna. Ora, però, a 32 attivisti dei collettivi sono arrivati gli avvisi di fine indagine, atti che di solito precedono la richiesta di rinvio a giudizio. Lo annunciano gli stessi Giovani palestinesi, prima sui social e poi ieri nel corso di un presidio in piazza Nettuno contro l’arresto degli attivisti della Freedom Flotilla. "La Procura di Bologna sta notificando la chiusura delle indagini a 32 attivisti, preludio di un processo penale per manifestazione non autorizzata, blocco ferroviario, interruzione di pubblico servizio e istigazione a delinquere".
Capi d’imputazione rigettati, perchè "non sono il vero tema in oggetto di questo processo: quello che affermiamo quotidianamente, e che affermeremo anche nelle aule di tribunale, è che a Gaza è in corso un genocidio". I fatti risalgono al 28 maggio 2024, quando, nel corso di un corteo che stava sfilando per le strade di Bologna, all’improvviso centinaia di attivisti si sono diretti nell’atrio della stazione di Bologna occupando i binari della stazione, causando a cascata ritardi e disagi. Per giovedì prossimo, 12 giugno, è annunciata una conferenza stampa in piazza Nettuno insieme ai legali per spiegare la strategia difensiva (e forse per issare "la bandiera della Palestina sul Nettuno"): si sta costituendo "un hub difensivo di decine di avvocati in difesa di chi occupava la stazione. Verranno depositate nomine collettive e atti difensivi, si richiederà l’audizione di testimoni da Gaza, per accertare il genocidio in corso in Palestina".