
La polizia sta redigendo l’informativa per la Procura, che valuterà le ipotesi di reato da contestare. Potrebbero rispondere anche di manifestazione non preavvisata e inosservanza ai provvedimenti.
Il lavoro è sempre lo stesso. Decine di minuti di video da analizzare, centinaia di fotografie da ‘spulciare’ una a una. Il tipo di attività che segue, di consueto, manifestazioni in cui i partecipanti pongano in essere condotte che potrebbero configurare ipotesi di reato. La Digos, da venerdì, sta andando avanti così. E ci vorranno alcuni giorni ai poliziotti della Divisione investigazioni generali per completare l’informativa sul blocco della tangenziale, avvenuto durante il corteo dei metalmeccanici, per ricostruire e mettere in ordine fatti e persone che hanno portato al blitz. Inaspettato, perché nel percorso concordato dagli organizzatori con la Questura, questa ‘deviazione’ non era prevista.
E non è detto che l’informativa che poi verrà consegnata in Procura contenga già ipotesi di reato. Considerata la dinamica dei fatti, lo spettro è ampio: si va dalla manifestazione non preavvisata all’inosservanza ai provvedimenti dell’autorità, oltre ovviamente al discorso del nuovo reato di blocco stradale introdotto dal Dl Sicurezza. Che, in caso, sarebbe applicato per la prima volta proprio a Bologna. In realtà, non è detto che ai partecipanti al corteo che saranno individuati - in caso si parlerebbe con tutta probabilità degli organizzatori e della ‘testa’ della manifestazione, che ha visto in marcia più di 10mila persone - non possano venire contestati anche i ‘vecchi’ reati che già in passato erano applicati a chi metteva in atto analoghi comportamenti, occupando arterie fondamentali e paralizzando il traffico. Ossia la violenza privata o in casi determinati anche l’interruzione di pubblico servizio.
Insomma: non necessariamente il blitz dei metalmeccanici in tangenziale si tradurrà nell’applicazione del rinnovato reato di blocco stradale, che prevede una pena detentiva che va, in caso che a commetterlo siano più persone che stanno manifestando, da un minimo di sei mesi a due anni di pena.
I manifestanti venerdì mattina erano arrivati da tutto il centro nord, per partecipare alla manifestazione organizzata da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm. Una manifestazione il cui percorso era stato concordato con la polizia. Fino alla decisione degli organizzatori di cambiare idea e fare un ‘passaggio’ in tangenziale. In via Stalingrado, dalla 7, direzione San Lazzaro. Disattendendo, quindi le prescrizioni della Questura. Tuttavia, di fronte a 10mila operai, gli agenti "per scongiurare il verificarsi di ulteriori situazioni di pericolo – avevano spiegato venerdì dalla Questura –, hanno evitato il respingimento con l’uso della forza".