Blq Checkpoint Bologna, chiude la struttura destinata ai test per l’hiv

Rizzo Nervo: “Esperienza per noi imperdibile, serve una soluzione immediata"

Verso la chiusura la struttura destinata ai test per l'hiv

Verso la chiusura la struttura destinata ai test per l'hiv

Bologna, 8 giugno 2023 - Il Blq Checkpoint sembra dirigersi verso la chiusura. Anche se l’ultima parola non è definitiva. Stamattina, come annunciato in una nota, “dopo oltre otto anni di attività” la struttura dedicata a omo, bi e transessuali per l’esecuzione di test rapidi e gratuiti per l’Hiv e altre infezioni sessualmente trasmissibili sembra dirigersi verso la chiusura il primo luglio. Ad annunciare le motivazioni è lo stesso stesso Sandro Mattioli, presidente della Plus Aps che gestisce la struttura. Mattioli, infatti, non risparmia di puntualizzare come la scelta di chiudere sia stata “sofferta ma inevitabile, perché non ha senso continuare senza una collaborazione fattiva da parte dell’Azienda Sanitaria di Bologna. Siamo ancora allo stadio di start-up: non riusciamo a progredire, perché non c’è interesse. Soltanto dopo mesi siamo venuti a conoscenza che il dipartimento di riferimento per il Checkpoint non era più Cure primarie, ma il dipartimento di Salute Mentale”. Non solo. “Se prima avevamo una convenzione quadriennale con l’Ausl, ora quest’ultima è da rinnovare di anno in anno. Così è difficile fare progetti – continua Mattioli –. Inoltre, nel 2021 Plus ha scoperto che i test per la sifilide che aveva in dotazione non erano sufficientemente attendibili. Informata del problema, l’Ausl si dice favorevole a sospendere l’acquisto dei test: viene tuttavia a mancare l’individuazione ed acquisto di nuovi test affidabili. Dopo un periodo di sospensione dei test, Plus decide di acquistarli con i propri fondi, sottraendoli ad altri progetti”.

Ora la chiusura della struttura pare imminente, ma la decisione non è irreversibile: “Siamo aperti al dialogo se questo può comportare un cambiamento e una maggiore collaborazione tesa allo sviluppo del Checkpoint”. Inoltre, nel comunicato dell'associazione si legge che l'azienda sanitaria “non ha ancora erogato la prima rata dei fondi previsti dalla convenzione che vede Plus, Ausl e Comune di Bologna co-firmatari della convenzione che ha portato alla nascita del Checkpoint”. Ma la risposta non è tardata ad arrivare. L’Azienda USL di Bologna infatti ha precisato che “la collaborazione con l'associazione è oramai consolidata da anni attraverso una delibera regionale che stanzia fondi per l'attività di prevenzione svolta da Plus Aps. Anche quest'anno, il primo giugno, una volta acquisite le relative informazioni dalla Regione, l'Azienda USL di Bologna ha confermato il finanziamento in essere da anni – comunica l’azienda sanitaria -. Viene dunque confermato l'impegno ed il supporto all'associazione che non è unicamente di natura economica ma anche fattivo: gli infermieri dell'Azienda USL di Bologna, coordinati da Nadia Assueri, due volte alla settimana affiancano l'ente di terzo settore nelle attività di prevenzione (attraverso l'esecuzione dei test) svolte a tutela della popolazione”. Sul tema è intervenuto anche l’assessore alla sanità Luca Rizzo Nervo, che ha sottolineato come “la nostra aspettativa, che ribadiremo in tutti i contesti, compresi quelli di pianificazione come la conferenza socio sanitaria territoriale- dice l'assessore comunale - è che quella esperienza virtuosa sia messa in condizione di operare efficacemente come è successo negli anni scorsi, confidando in una immediata soluzione da parte dell'azienda sanitaria". Per il Comune di

Bologna, infatti, Blq Checkpoint "è una esperienza imperdibile- continua Rizzo Nervo- rispetto alla quale bisogna mettere in campo ogni azione perché non solo sia data continuità ma si colgano anche le possibili traiettorie di sviluppo. Noi ci abbiamo creduto fin dal primo momento mettendo a disposizione gli spazi". Una scelta fatta, evidenzia ancora l'assessore, "anche perché i dati epidemiologici ci segnalano come esperienza di testing gestita da una comunità di pari in un ambiente non ospedaliero e per nulla stigmatizzante ha consentito di accedere ai test e alla prevenzione e al monitoraggio centrando gli obiettivi di rafforzare la precocità di diagnosi e presa in carico dell'Hiv".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro