
di Andrea Spinelli
Quel vecchio aforisma di Oscar Wilde secondo cui un fiore sboccia per la sua stessa gioia ben si adatta allo spirito con cui sono nati i brani di Blooming, l’album appena pubblicato da Stefano Bollani nell’attesa di affrontare martedì prossimo il pubblico del Manzoni (ore 20.30). Un concerto solista sotto l’egida del Bologna Festival che il pianista anticipa esplosivo come i colori delle corolle a cui rimanda il titolo (‘fioritura’) di questa nuova fatica discografica. "Spesso scrivo la musica e poi vedo cosa mi evoca, diciamo che faccio da primo spettatore" racconta. "Così, assieme a mia moglie Valentina Cenni, ci è piaciuto leggere in chiave floreale questa esplosione di bellezza che torna a crescerci dentro dopo tempi complicati, con la speranza che accada pure alla mia musica".
Perché i fiori?
"Perché l’album colleziona momenti diversi, nati in momenti diversi, un po’ come un bouquet assortito. Essere oro, ad esempio, è un pezzo che ho scritto per il cortometraggio omonimo girato da Valentina nel 2022 e presentato al Torino Film Festival, Il sentiero l’avevo nel cassetto da tre-quattro anni. Le ho messe entrambe nel disco perché stavano bene insieme, come un’orchidea e una rosa".
Da alcuni brani affiora una certa voglia di Sudamerica.
"Effettivamente Argentata è costruita su un ritmo della musica popolare argentina, In giro per Bahia ne utilizza invece uno brasiliano del Nordeste con cui non m’ero mai confrontato prima".
Quello al Manzoni è un concerto per piano solo ma, nella sua fitta agenda ci sono esibizioni in Trio, in duo col pianista anglo-coreano Hyung-ki Joo, con filarmonica.
"Soprattutto nei concerti solisti prenderò spunto da Blooming per andare nella direzione dell’improvvisazione. Non essendo stato per un anno e mezzo a contatto stretto col pubblico com’ero abituato, sono curioso di capire come cambieranno in concerto rispetto a quando li ho scritti da solo al pianoforte".
Quella di starsene lontano dai palchi è stata una scelta?
"Sì, mi sono lasciato affascinare dall’idea. Faccio concerti dall’età di quindici anni e quindi prendermi un anno sabbatico è stata un’esperienza particolare. Blooming è intimo anche per questo motivo. Ho fatto comunque la tv e composto colonne sonore; prima quella di Carosello Carosone, poi Essere oro di Valentina e Il pataffio di Francesco Lagi. Assieme a mia moglie continuiamo a lavorare pure sul film musicale che abbiamo in cantiere da anni".
Nell’aria c’è pure uno spettacolo con Alessandro Baricco ispirato a ‘La leggenda del pianista sull’oceano’.
"Già, progetto fantastico che per alcune difficoltà organizzative slitterà forse all’autunno. La scena della sfida pianistica tra Novecento e Jelly Roll Morton, con mio sdoppiamento in entrambi i ruoli, è particolarmente avvincente".
Al momento quella dell’autore letterario a tu per tu col pianista è una formula di successo.
"A me il rapporto con la parola parlata ha sempre divertito, ricordo una volta con Marco Baliani e le sue letture di Edgar Allan Poe o, ancora, con Lella Costa. In certi contesti la musica deve farsi piccola per rispettare il testo, come avviene nelle colonne sonore con l’immagine".
Ha appena ricevuto assieme a sua moglie il Premio Lucca Classica Music Festival 2023 per la trasmissione televisiva ’Via dei Matti n° 0’.
"La soddisfazione più grande è andare in onda all’ora in cui i bambini cenano e quindi sapere di portare la musica a tanti giovani spettatori. Il programma è piaciuto. Io e Valentina siamo pronti. Ci piacerebbe tornare in autunno, ma bisogna capire se l’aspirazione si concilia con i tempi Rai".