Bologna, 30 gennaio 2024 – È un braccio di ferro quello che si sta consumando tra il ministero dei Trasporti e l’Anci sulla Città 30. Secondo fonti qualificate, il Mit non sarebbe orientato ad accettare le osservazioni ieri trasmesse dall’associazione dei Comuni.

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Suggerimenti che vertono, come anticipato nei giorni scorsi, su un pilastro fondamentale: modificare la dizione "strade e tratti di strada" in "zone", per regalare a Bologna e agli altri grandi centri delle maglie più larghe per derogare ai 50 all’ora.
Ma il ministero guidato da Matteo Salvini (Lega) e che ha come viceministro Galeazzo Bignami (FdI), almeno per ora, non avrebbe intenzione di cedere su questo punto. E lo ha evidenziato in una nota diffusa ieri.
L’Anci, nelle sue osservazioni, "propone di consentire deroghe ai limiti di velocità per aree urbane, mentre il Mit – ha specificato il comunicato di Porta Pia – ribadisce il dettato letterale del Codice della strada, che le consente solo per alcune strade o singoli tratti di strada, non sicuramente su intere città o la maggioranza delle strade urbane.
Non si tratta di una differenza solo nominale, perché ogni deroga per ogni strada deve essere puntualmente motivata, tenuto conto delle sue caratteristiche oggettive".
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Salvini si è detto "soddisfatto" per l’approccio "collaborativo" dell’Anci che porterà alla costituzione di un tavolo di lavoro. "Obiettivo: approfondire la conformità delle ordinanze dei sindaci alla luce delle decisioni che saranno formalizzate dal Mit a breve. Per il momento, è confermata la fondatezza dell’intervento d Salvini per evitare il caos normativo – ha continuato la nota –. Tutti i soggetti coinvolti, a partire dal ministro, hanno come priorità l’aumento della sicurezza, ma a Salvini preme inaugurare un approccio pragmatico, di buonsenso e senza ideologia. Il timore, come già evidenziato, è che limitazioni e divieti generalizzati possano produrre effetti opposti a quelli sperati".
Insomma, il Mit ha ribadito la sua allergia a fughe in avanti ideologiche, bisognerà vedere se questo porterà alla modifica dei limiti di velocità su Bologna, con alcune strade che potrebbero tornare ai 50. Se ne saprà di più nei prossimi giorni, da Palazzo d’Accursio però filtra ottimismo, malgrado uno scontro che inevitabilmente continuerà. Questo il passaggio che Anci chiede di modificare, all’interno della Direttiva in fase di perfezionamento al Mit, in neretto l’aggiunta. "Perimetrazione delle strade o tratti di strada interessate, anche aggregate in aree, da deroghe al limite massimo di velocità di 50 km/h: eventuali limiti derogatori al limite massimo di velocità devono essere parametrati in relazione a strade o tratti di strada tassativamente individuati, laddove sussistano particolari condizioni che giustificano l’imposizione di limiti diversi".
Ma il Mit, come detto, sembra orientato a non fare entrare questo ‘Cavallo di Troia’. Ieri Lepore è stato chiaro, ancora una volta. "Noi metteremo a disposizione" di Anci e ministero dei Trasporti "tutti i dati che abbiamo, la nostra esperienza che non può essere certo cancellata perché siamo in campagna elettorale", ha dichiarato il sindaco.
Intanto il movimento ‘Una Bologna che cambia’ ha chiamato una nuova adunata per una manifestazione contro la città a 30 all’ora. Gli organizzatori hanno dato appuntamento a tutti il 6 febbraio, alle 18, sempre sotto il Comune. All’evento del movimento ha detto che parteciperà la Lega. "In Consiglio comunale abbiamo presentato un ordine del giorno per chiedere la revoca delle ordinanze attuative della Città 30 e la sospensione fino alla conclusione del confronto con il Mit", ha dichiarato il capogruppo Matteo Di Benedetto. Per FdI, invece, "come era facile immaginare, il Mit aveva ragione – ha sottolineato il capogruppo Stefano Cavedagna –: la direttiva, le delibere e le ordinanze emanate dal Comune sono carenti rispetto a quanto previsto dal Codice della strada. Non si può estendere la Città 30 a macchia d’olio. Chiediamo quindi con forza che il sindaco Lepore revochi immediatamente le ordinanze e apra un confronto con la città".
Molto critica anche Francesca Scarano. "Bisognerebbe seguire la direttiva del Mit che è molto chiara e precisa circa le caratteristiche delle vie che possono avere i 30, ciò che lascia perplessi è il fatto che anche su grandi arterie si vuole imporre un limite irragionevole. L’ Anci dovrebbe essere imparziale e valutare apoliticamente la questione che è puramente tecnica", ha detto la consigliera comunale (Misto).