CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Bologna al centro. Meloni e Metsola arrivano in città. Rischio contestazioni

La premier e la presidente del Parlamento europeo a Confindustria e al Tecnopolo. Per il governo, ci sarà pure la ministra Bernini. Doppia protesta di collettivi e centri sociali contro il dl sicurezza. .

La premier e la presidente del Parlamento europeo a Confindustria e al Tecnopolo. Per il governo, ci sarà pure la ministra Bernini. Doppia protesta di collettivi e centri sociali contro il dl sicurezza. .

La premier e la presidente del Parlamento europeo a Confindustria e al Tecnopolo. Per il governo, ci sarà pure la ministra Bernini. Doppia protesta di collettivi e centri sociali contro il dl sicurezza. .

Oggi in città la premier Giorgia Meloni e la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, in visita in Italia a un anno dalle elezioni europee. Metsola incontrerà imprenditori, studenti, accademici e rappresentanti delle autorità locali e nazionali e, tra le varie tappe, sarà all’assemblea nazionale di Confindustria e al Tecnopolo di Bologna, così come la premier. Ci sarà anche Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca, e potrebbero esserci anche il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, i leader dei partiti dell’opposizione, fra cui Elly Schlein del Pd e Carlo Calenda di Azione, mentre sembra incerta la presenza di Matteo Renzi, Italia Viva.

In occasione della visita di Meloni a Bologna, scendono in campo collettivi studenteschi e centri sociali, in protesta contro il decreto sicurezza. In campo almeno due iniziative stamattina alle 11 per contestare la premier e il Governo. La prima al parco don Bosco, convocata da Osa e Cambiare rotta. "Lanciamo un messaggio forte e chiaro – spiega Aurora di Cambiare rotta, nel corso di un sit-in in Prefettura contro il decreto sicurezza insieme a Osa e Potere al popolo –, questo è il governo più reazionario della storia della Repubblica". Tra i temi che gli universitari contestano, ci sono "la morsa repressiva del decreto sicurezza, il genocidio in Palestina e il fatto che Meloni e il governo vogliono portare avanti una guerra che però non verrà portata avanti in nostro nome", oltre a evidenziare "un mondo della formazione sotto attacco". Nel mirino il dl sicurezza, decreto "molto pesante, che inventa tantissime fattispecie di reato, di fatto per minacciare con anni e anni di galera ogni forma di espressione del dissenso", attacca Paolo Rizzi di Potere al popolo. La mobilitazione oggi darà il via a una serie di iniziative in preparazione di una manifestazione nazionale a Roma in occasione del prossimo vertice della Nato in Italia. Una manifestazione "contro il progetto di 800 miliardi di spesa pubblica europea per il riarmo e per i diritti sociali che invece vengono tagliati". Osa ha lanciato una settimana "di agitazione in tutte le scuole contro il decreto sicurezza e la sua conversione in legge". In questo contesto, si inserisce anche un incontro previsto per il 30 maggio sulle sospensioni al liceo Minghetti dopo l’occupazione dell’istituto e di un’aula studi dell’Università di Bologna per la quale sono arrivate 10 denunce a militanti di Cambiare rotta.

L’altra manifestazione invece viene lanciata, sui propri canali social, da Labas, all’incrocio tra piazza Costituzione e via Stalingrado, non molto lontano dall’EuropAuditorium dove si svolgerà l’incontro della presidente del Consiglio con gli industriali. "La democrazia non si piega. No alla passerella di Meloni", scrivono gli attivisti. "Mentre in Parlamento si starà discutendo del decreto sicurezza, il governo Meloni scappa dal confronto con chi in questi mesi ha fatto vivere nelle piazza l’opposizione a questo decreto legge e fugge dal dibattito parlamentare mostrando come preferisca, in linea con gli altri governi di destra in Europa e nel mondo, schierarsi ancora una volta dalla parte dei potenti e delle multinazionali". Per questo, la manifestazione di protesta nasce per "ribadire anche a Bologna che la democrazia non si piega", e lanciano la manifestazione nazionale di sabato 31 maggio a Roma per "respingere il progetto autoritario e repressivo di questo Governo".