BENEDETTA CUCCI
Cronaca

Bologna apre tutte le porte. E fa entrare Art City

Al via la kermesse che per dieci giorni colora la città durante la fiera. Il progetto principale coinvolge i dieci varchi, da esplorare anche con il bus.

Al via la kermesse che per dieci giorni colora la città durante la fiera. Il progetto principale coinvolge i dieci varchi, da esplorare anche con il bus.

Al via la kermesse che per dieci giorni colora la città durante la fiera. Il progetto principale coinvolge i dieci varchi, da esplorare anche con il bus.

di Benedetta Cucci "Alla vostra sinistra ecco porta San Felice con una bandiera di Dread Scott che io e Caterina Molteni abbiamo voluto tantissimo". È una fredda mattina di febbraio e sul City Red Bus scoperchiato che solitamente scorrazza i turisti per la città, a far da guida c’è Lorenzo Balbi, il direttore del MAMbo ma anche il direttore artistico di Art City, in compagnia anche di qualche artista protagonista dell’experience. Che inizia ufficialmente oggi. Il particolare tour che da oggi tutti i bolognesi potranno fare prenotandosi sul sito di Bologna Welcome e acquistando il biglietto, si intitola Le Porte della città ed è lo special program di Art City 2025, un’edizione stellare, come ha detto Balbi. Si percorre in circa tre ore, scendendo più o meno in corrispondenza di tutte le dieci porte (in origine erano dodici), e la sua peculiarità è che scoprendo le opere dei dieci artisti invitati a elaborare una riflessione contemporanea, si conoscono meglio questi storici passaggi difensivi della nostra città risalenti nella progettazione al tredicesimo secolo. E in alcuni casi si scopre il loro interno che diventa spazio espositivo.

Alcune porte sono già note al pubblico nella loro funzione sociale, perché sono diventate case di musei, come porta Lame che ospita il museo di Speleologia o il Cassero di porta Saragozza, con quello della Beata Vergine Maria di San Luca su cinque livelli e un passato ben diverso, perché negli anni Ottanta e fino all’inizio del Duemila qui c’è stato il primo Arci Gay italiano, poi migrato alla Salara. Porta Galliera è una sorpresa perché si scopre la sua maestosità su più piani con il progetto di Andrea Romano dedicato ad Anteo Zamboni, quindicenne bolognese ucciso nel 1926 da un gruppo di squadristi fascisti, per aver tentato di assassinare Mussolini. A porta Santo Stefano, invece, lo spazio dirimpettaio del circolo Anarchico è stato il regno del centro sociale transfemminista, queer e punk Atlantide fino al 2015, quando è stato sgomberato e la sua storia, come le altre, Balbi l’ha citata, perché gli artisti, nel pensare all’intervento artistico, si sono ispirati alle vicende delle porte o alla loro peculiarità. Al Cassero di porta Santo Stefano, ad esempio, fa notare il direttore, l’artista sudafricana Gabrielle Goliath, che qui ha portato l’installazione video e audio a dieci canali Elegy, 2015-in progress, ha appeso al muro un messaggio speciale per gli attivisti di Atlantide che nei giorni scorsi avevano polemizzato sull’uso del loro ex spazio, come museo per Art City: "piangere Atlantide significa reimmaginare Atlantide qui ora" ha scritto. Il suo lavoro è poi un atto di ricordo collettivo alla presenza assente di donne o individui LGBTQIA+ violentate e uccise in Sudafrica.

Tra una porta e l’altra Balbi dispensa anche nozioni astrologiche, perché ogni porta, erano appunto dodici, è nata sotto un segno. Un bell’intreccio questo, che rimarrà nella storia di Art City perché mai come prima città e arte si sono parlate e le installazioni sono posizionate in una serie di cornici così di dense di accadimenti anche molto drammatici, che sembrano essere lì da sempre, dediche alla memoria. Come la bandiera di Dread Scott A man was lynched by police yesterday del 2015 che denuncia le violenze razziali subite dagli afrodiscendenti americani o le grandi pietre posizionate dall’artista curda Fatma Bucak a porta Castiglione per l’opera site specific Tremendous gap between you and me, come macerie dopo una catastrofe (c’è un’allusione all’alluvione dello scorso ottobre) che portano con sé anche un pensiero di nuova vita che può emergere. Cercate il libretto bianco e rosso che vi guida con tutte le narrazioni. Anche quella dell’installazione di Franco Mazzucchelli, Intervento ambientale, il cono rosso spostato all’ingresso del Mambo perché, dice Balbi, la Sovrintendenza non ha dato il via libera a posizionarlo a Porta Maggiore. Fino al 16 febbraio.