Bologna, bimba malata di cuore dalla Grecia al Sant’Orsola: "Già iniziate le terapie"

Gargiulo: "In un mese passati da 2 a 4 i piccoli con ventricolo artificiale". La paziente accolta all’aeroporto dalle unità della Croce Rossa

Bimba malata di cuore dalla Grecia al Sant’Orsola

Bimba malata di cuore dalla Grecia al Sant’Orsola

Bologna, 25 gennaio 2023 – Una bimba greca che compirà due anni ad aprile, colpita da una malattia cardiaca, ha lasciato il suo Paese e con un volo militare di Stato è arrivata sotto le Due Torri. La piccola ha volato su un C130 dell’aviazione greca con i genitori e un cardiologo e ad attenderla sulla pista del Marconi l’altro pomeriggio erano presenti le unità operative della Croce Rossa di Bologna, il cardiochirurgo pediatrico Francesco Petridis e l’anestesista Marta Agulli, entrambi del Sant’Orsola. Poi il trasporto alla cardiochirurgia pediatrica del Policlinico, dove sono iniziati i controlli.

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"La bambina ha una cardiomiopatia dilatativa, ora è in terapia intensiva ed è sveglia – spiega il professor Gaetano Gargiulo, direttore del Dipartimento cardio toraco vascolare –. Dobbiamo valutarla per osservare come va la terapia farmacologica, speriamo di riuscire a stabilizzarla, altrimenti dovremo attaccarla al cuore artificiale e poi metterla in lista d’attesa per un trapianto di cuore. Siamo in vigile attesa".

In ospedale nell’ultimo mese sono raddoppiati i bambini con il cuore artificiale, composto da un macchinario con cannule posto su un carrellino. Alla vigilia di Natale avevamo raccontato le storie di due piccole pazienti: una, di 7 anni, che trascorreva le feste per il secondo anno al Policlinico, l’altra di 4 anni arrivata lo scorso agosto. "Alle prime due bimbe si è aggiunto un maschietto e una ragazza di 16 anni – precisa Gargiulo – e se non saremo fortunati a questo gruppo si potrebbe unire la bambina greca. È la prima volta che in reparto abbiamo così tanti bambini con il Berlin Heart, il cuore artificiale, perché non avevamo mai superato i due casi. Il motivo? Le diagnosi sono più accurate – risponde lo specialista –, si fa più attenzione allo scompenso cardiaco anche nei bimbi piccoli, poi seguiti nei centri dove si fanno i trapianti. Speriamo che in futuro questi ventricoli artificiali diventino più piccoli, così che i pazienti possano uscire dagli ospedali, come già accade agli adulti".

L’attesa per un cuore pediatrico, quindi, può essere molto lunga, dipende anche dalle compatibilità. "Dieci giorni fa abbiamo fatto un trapianto su un ragazzo, nato con una cardiopatia incompatibile con la vita, operato da noi più volte, poi finalmente siamo arrivati al trapianto", conclude il professore.

All’aeroporto erano presenti tre unità operative della Croce Rossa: un’ambulanza primaria, una seconda a supporto e un mezzo di coordinamento, per un totale di sei operatori, tra dipendenti, infermieri e volontari.

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