Bologna com’era: Cecco d’Ascoli l’eretico che accusò Dante

Cecco d'Ascoli criticò Dante e la Chiesa, sfiorando la magia. La sua opera "Acerba" riassumeva le sue visioni. L'Inquisizione lo processò e lo condannò al rogo.

Bologna com’era: Cecco d’Ascoli l’eretico che accusò Dante
Bologna com’era: Cecco d’Ascoli l’eretico che accusò Dante

Uno dei cavalli di battaglia di Cecco d’Ascoli (foto) fu la critica spietata a Dante Alighieri e alla Divina Commedia: lo accusò di aver negato la scienza, di aver ignorato il ruolo degli astri nella propagazione delle malattie e nell’influenza sulle vicende umane. Cecco d’Ascoli ritenendo si potessero intercettare i demoni e che fosse prossima la venuta dell’Anticristo, si poneva fuori dalla dottrina della Chiesa e sfiorava la magia. Oltre a ciò aveva accumulato invidie e inimicizie. Lo scritto principale che ha tramandato era "Acerba", opera che riassumeva le sue visioni e le sue teorie. La sua attività – coi precedenti bolognesi che avevano allertato l’Inquisizione – non piacque nemmeno all’ambiente fiorentino: l’Inquisizione fiorentina alla luce delle accuse rivoltegli dal francescano Accursio Bonfantini lo processò e lo condannò al rogo davanti a Santa Croce.

Marco Poli

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