Bologna, donatore di midollo osseo a 20 anni

Marco Paltrinieri, 25 anni, ha preso la decisione quando ne aveva 18: "Ho aiutato una persona, sono io il fortunato"

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Bologna, 10 giugno 2022 – Donatore di midollo osseo a venti anni. Per molti dei suoi coetanei è un eroe. Marco Paltrinieri, 25 anni, residente nel Bolognese, laureato in Scienze Politiche che lavora per un’agenzia di comunicazione a Milano, invece si sente una persona solo fortunata perché ha trovato una persona da aiutare.

Quando hai deciso di diventare donatore di midollo osseo?

"E’ stato durante un incontro a scuola dove ci spiegavano l’attività di Avis, Aimo e Aido. Avevo 18 anni. I miei genitori mi hanno sempre detto di fare del bene, non appena ne avessi avuto la possibilità. Io mi sono iscritto a tutte e tre le associazioni. La cosa importante che viene fatta capire durante questi incontri è che la salute del donatore è sempre al centro e questo è un gran bel messaggio".

Quando hai donato per la prima volta?

"E’ stato nel febbraio 2017. E arrivata una lettera in cui mi veniva detto che ero tra i profili compatibili per il trapianto nei confronti di una persona che ne aveva bisogno. Quindi nel giro di circa un paio di settimane sono andato in ospedale per fare gli esami e vedere se tutto era a posto. La donazione è avvenuta tre mesi dopo da ricevimento della lettera".

Quale tipo di donazione hai fatto: quella attraverso il sangue o il prelievo dal midollo del bacino?

"Quella con il sangue".

Qualche problema?

"No, solamente in pochino di debolezza in quanto questa donazione prevede la somministrazione, nei cinque giorni precedenti, di un farmaco che promuove la crescita delle cellule staminali nel midollo osseo e il loro passaggio al sangue periferico. Ma niente di rilevante, poi c’è un numero a disposizione 24 ore su 24 a disposizione dei donatori per qualsiasi dubbio o questione".

Hai effettuato altre donazioni oltre a questa?

"No, in quanto tu resti associato alla persona alla quale hai fatto la donazione, nel caso ne avesse ancora bisogno. E questo non è avvenuto. Puoi donare a una seconda persona ma solo se è un familiare che ha necessità".

Porti la tua testimonianza anche fra gli altri giovani?

"Sì, sono andato in diverse scuole con Admo e sono intervenuto solo per raccontare la mia storia".

Come hanno reagito i ragazzi?

"C’era molta sorpresa, vengo visto quasi come un eroe. Mentre io mi considero solo fortunato perché ho avuto la possibilità di aiutare un persona".

Siete in contatto?

"Mi ha mandato una lettera molto bella in cui ha scritto ’mi hai fatto rinascere. Ti ricorderò per tutta la vita’. Ci sono momenti nella nostra esistenza in cui le cose magari non vanno come vorremmo e allora bisogna pensare che un grande traguardo è già stato raggiunto: aiutare una persona".

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