Bologna e Firenze, la fabbrica del programma I sindaci: "Un’offerta politica per il 2023"

Lepore e Nardella hanno firmato un patto metropolitano. "Un’area urbana unica, insieme non temiamo nemmeno Milano e Roma"

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"Se stiamo insieme non temiamo nessuna competizione. Lanciamo una grande sfida a Milano e Roma: qui si fa il Made in Italy". A metà tra le metriche romantiche di Riccardo Cocciante e un grido d’orgoglio in stile Captain America che si lancia con tutti gli Avengers contro Thanos, ieri i sindaci Matteo Lepore e Dario Nardella hanno ribadito a tutti che Bologna e Firenze sono l’alleanza più moderna e avveniristica che c’è. Sono la colonna vertebrale della mobilità italiana, sono la fucina della politica oltre gli steccati dei partiti, un mix che è stato rivendicato dai due primi cittadini tutt’attorno alla firma del protocollo d’intesa delle due città metropolitane. Niente fuffa, siamo Bologna e Firenze. Strategie sostenibili, guanti di sfida su come dovranno muoversi le persone finalmente ("Servono più corse notturne tra le due città, mancano i treni e stiamo pressando Ferrovie, ci aspettiamo che si cambi a breve") e obiettivi ‘carbon neutral’ con vista 2030 sono stati protagonisti – assieme a tanta altra ciccia – prima del summit in Città Metropolitana, poi del vivace Salotto di Patrizia Finucci Gallo, anche ieri ospitato nell’elegante cornice del Grand Hotel Majestic già Baglioni di via Indipendenza.

E, appunto, non è mancata tanta politica, perché i due sindaci pungolati dai giornalisti presenti – tra gli intervistatori anche il vicedirettore del Carlino, Valerio Baroncini – hanno spiegato che dopo l’estate potrebbe cambiare tantissimo. I sindaci Pd stanno preparando un programma per le politiche del 2023. "Poi se a qualcuno piace e lo raccoglie ben contenti – ha sottolineato Dario Nardella –. Dopo l’estate crediamo che i sindaci dell’area democratica ed europeista possano rimboccarsi le maniche e cominciare a scrivere un programma. Se poi i partiti ci seguono siamo ben contenti. Lasciamo agli altri i tatticismi e non è un ‘partito dei sindaci’. Ce ne sono già troppi".

Il tema è caldo da giorni, specie dopo i risultati delle ultime amministrative. Anche Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna, ieri era tornato a riflettere sul ’campo largo’ e sulla possibile riedizione del ’fu Ulivo’. "Siamo pronti – ha detto da parte sua il sindaco di Bologna – a dare il nostro contributo per il programma del 2023 del centrosinistra. Onestamente noi conosciamo i nostri territori. E prima partiamo meglio è. Vogliamo dare una mano, ma dobbiamo andare oltre gli steccati dei partiti. Ne stiamo già parlando con tanti colleghi, è una cosa che sta crescendo. Crediamo di avere delle cose da dire, usciamo dalla pandemia, si sta perdendo potere d’acquisto, c’è il tema dei salari. Pensiamo inoltre di poter parlare anche a tutte quelle persone che non stanno nei partiti. Io credo che il civismo sia la politica - ha ribadito Lepore –, dobbiamo tornare all’idea di una politica che parli delle cose che interessano alle persone. Poi questo cantiere programmatico deve essere in grado di intercettare quella che io chiamo ’la roba buona che c’è’. L’Italia è fatta di tante energie sprecate che la politica non sa intercettare".

Intanto c’è già il patto sulla legge di iniziativa popolare per la tutela dei centri storici. Servono 50mila firme, Firenze inizierà da settembre e "Bologna sosterrà questa raccolta". Per Nardella "i centri storici stanno perdendo identità, bisogna governare il turismo delle locazioni brevi, i sindaci dovrebbero avere questo potere". Lepore da tempo vorrebbe più potere in quel senso. "D’accordo con Dario, da settembre raccoglieremo le firme per la legge di iniziativa popolare su questo tema. Abbiamo già varato il regolamento Unesco come ha fatto Firenze, ma ovviamente servirebbe un quadro nazionale chiaro e definitivo".

Paolo Rosato

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