Bologna e il gemello digitale: "Aiuterà nelle sfide future"

Il doppione virtuale simulerà mutamenti ambientali, urbanistici, climatici .

Bologna e il gemello digitale: "Aiuterà nelle sfide future"
Bologna e il gemello digitale: "Aiuterà nelle sfide future"

Al via il progetto ‘Gemello Digitale’ di Bologna, un modello che riproduce una copia della città su una piattaforma digitale.

Uno strumento innovativo che ha l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei cittadini, e di aiutare a rispondere alle grandi sfide contemporanee, ambientali, sociali ed economiche. Sarà infatti possibile immaginare, con proiezioni, gli effetti di modifiche urbanistiche, infrastrutturali o ambientali, per prevedere i cambiamenti. Ciò consentirà di migliorare le prestazioni e ridurre al minimo gli errori.

"Siamo i primi in Italia a realizzare un progetto simile, Bologna diventa centro di un contesto internazionale nel campo della ricerca e dell’innovazione", commenta il sindaco Matteo Lepore. Il programma, su cui il Comune ha investito sette milioni di euro provenienti dai fondi europei Pon Metro, è in collaborazione con la città di Barcellona, sulla scia del celebre esempio di Singapore, città in cui è già operativo un gemello digitale.

"Sono tre i campi su cui vogliamo agire: la mobilità, quella che sarà, con ogni evidenza, la sfida più grande dei prossimi anni, l’edilizia e l’energia, il pericolo alluvione e il dissesto idrogeologico", specifica il sindaco. Per quanto riguarda la mobilità, i dati inseriti nella piattaforma da un lato guideranno i cittadini a una mobilità intelligente (fornendo consigli su quale mezzo scegliere per ottimizzare i tempi, o quale strada percorrere ad esempio) e dall’altro aiuteranno l’amministrazione nel decidere su cosa investire, o quali infrastrutture costruire.

"È un progetto che guarda soprattutto alle persone, in una città dove la sfera sociale è la più importante – dichiara l’assessore Raffaele Laudani –. La nostra scommessa è l’inclusione collettiva". Tantissimi gli enti coinvolti nell’iniziativa, dal Comune, alla fondazione Bruno Kessler, che coordina la parte tecnica, ma anche la Cineca, la Fondazione Innovazione Urbana e l’Alma Mater. Sono già molti i risultati ottenuti: obiettivi chiari e condivisi, l’individuazione delle risorse economiche e delle competenze necessarie al programma, e i primi prototipi di piattaforma. Nei successivi tre anni si punterà a coinvolgere aziende e cittadini per la raccolta dei dati, dimostrare le potenzialità del modello proposto, e, infine lanciare il progetto al pubblico.

Alice Pavarotti