Bologna, i professori persero l’alunno: i genitori vogliono il risarcimento

L’undicenne, disabile, ritrovato solo a Casalecchio. La famiglia chiede 5mila euro

Il ragazzino era stato soccorso da un vigile del fuoco, che aveva poi chiamato i carabinieri (foto archivio)

Il ragazzino era stato soccorso da un vigile del fuoco, che aveva poi chiamato i carabinieri (foto archivio)

Casalecchio (Bologna), 13 marzo 2023 – Frequentava la prima media in una scuola della periferia ovest della città da una settimana, seguito costantemente, durante le ore di frequenza, da un professore di sostegno.

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Ma il 30 settembre del 2021 il bambino, 11 anni, affetto dalla Sindrome di Down, si è ritrovato da solo all’uscita dal plesso. E seguendo gli altri alunni è finito su un bus che lo ha portato a Casalecchio, dove per sua fortuna è stato trovato da un vigile del fuoco, che lo ha soccorso, mentre vagava spaesato, e ha chiamato i carabinieri.

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Mettendo fine al terrore della mamma e della sorella, che lo aspettava fuori dalla scuola per portarlo a casa e che aveva dato l’allarme alla polizia quando non lo aveva visto arrivare, come ogni giorno, accompagnato al cancello.

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Due anni dopo, con un’inchiesta della Procura per abbandono di minore archiviata, resta invece pendente la richiesta di risarcimento fatta dalla famiglia alla scuola. Cinquemila euro, che stando alla scuola avrebbe dovuto risarcire l’assicurazione. Che a sua volta ha però risposto picche all’avvocato della famiglia, Chiara Rodio, perché l’istituto non è coperto per questo tipo di incidenti. Così la legale è tornata a scrivere ai docenti responsabili dell’allontanamento del bambino e alla dirigente scolastica. Senza però, ad oggi, ottenere risposte. "Una scuola che non è in grado di garantire la sicurezza dei propri studenti e che non vuole assumersi alcuna responsabilità per le proprie negligenze è una sconfitta per tutti", ha riassunto l’avvocato Rodio.

Che motiva la richiesta di risarcimento basandosi proprio sulla ricostruzione di quelle ore - già agli atti della Procura - firmata dalla preside del plesso, riportando anche le testimonianze dei due docenti che si sarebbero dovuti occupare del ragazzino. Ossia il professore dell’ultima ora, che in pieno periodo Covid, con direttive strette anche per l’ingresso e l’uscita, aveva deliberatamente fatto uscire i ragazzi da un’altra parte rispetto a quella stabilita; e della docente di sostegno supplente, che invece di occuparsi dell’undicenne, si era messa a chiacchierare con una collega. "Si ravvisa per tutti e due i docenti – scriveva la dirigente scolastica – una responsabilità legata all’obbligo di vigilanza, in quanto il fatto non pare imputabile a una manifestazione improvvisa, repentina e imprevedibile del bambino, ma ad una distrazione di entrambi, cui si aggiunge la violazione delle disposizioni Covid relative alle uscite". La professoressa di sostegno aveva detto di aver avuto "come un blackout". La mamma e la sorella del piccolo, una volta passata la paura, avevano deciso di fare denuncia, perché una simile situazione, blackout o no, non si ripetesse più. E adesso sono in attesa, da due anni, di capire se la scuola intenda risarcirle per le pene patite e il pericolo corso.

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